Parità di genere ma la contrario: il concorso per dirigenti scolastici che si svolgerà tra qualche mese prevede un vantaggio per i candidati di sesso maschile rispetto alle colleghe donne. A sancirlo è l’articolo 10 della bozza del bando inviata ai sindacati che, “considerate le percentuali di rappresentatività di genere in ciascuna regione, viene garantito l’equilibrio di genere applicando nelle regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto, in cui il differenziale tra i generi è superiore al 30 per cento, il titolo di preferenza in favore del genere maschile in quanto meno rappresentato”. In palio, nel nuovo concorso, ci sono poco meno di 600 posti.
In pratica in caso di parità in graduatoria sarà data priorità al candidato uomo rispetto alla sua collega donna. È l’effetto del decreto del giugno scorso che introduce le norme per il riequilibrio di genere nella pubblica amministrazione. Nel mondo della scuola le insegnanti donna sono l’83 per cento del totale. Alle elementari le maestre sono il 95 per cento. Per quanto riguarda i presidi fino a 20 anni fa c’erano due uomini ogni tre posti poi sono stati gli ultimi concorsi a cambiare la situazione e dare maggiore spazio alle donne. “Siamo il settore in cui la parità è già stata raggiunta e superata – ha commentato il presidente del sindacato dei presidi Anp, Antonello Giannelli – mi sembra una buona notizia”.
Dopo la conclusione di questo concorso il principio delle “quote blu” sarà sicuramente esteso a quello degli insegnanti visto che, come detto in precedenza, soprattutto nelle scuole primarie e secondarie la presenza di prof donne è schiacciante.
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