A Modena si riscopre il cinema d’autore

L’Università di Modena e Reggio Emilia ha organizzato una rassegna cinematografica che condurrà un viaggio attraverso le origini del cinema d’autore e della cosiddetta “Nuovelle Vague”. Il primo appuntamento in programma è fissato per domani 3 marzo, con la proiezione di “Quarto Potere” di Orson Welles.
Il cinema d’autore è stato “fondato” alla fine degli anni cinquanta da un gruppo di giovani cinefili che intendevano prendere nettamente le distanze dalle produzioni cinematografiche americane e il modo di girare hollywoodiano. Tra questi giovani, che erano registi, critici e studenti della scuola di cinema di Parigi vi erano nomi come Truffaut e Godard. La Nouvelle Vague francese anelava a un distaccamento del cinema dalle altre arti e spezzò le regole vigenti fino a quel momento del montaggio narrativo, facendo notare la presenza della cinepresa, e sperimentando il colore.
La rassegna dell’ateneo di Modena si chiama proprio “Nouvelle Vague e kattivi maestri” suddivide le proiezioni in due principali momenti, il primo dedicato ai classici e il secondo agli autori del cinema contemporaneo, come Von Trier, Tykwer e Tarantino.
“Quarto Potere”, il primo film in programma, è un’interessante ricerca all’interno del mondo della stampa. Dopo la morte del magnate Charles Kane, un giornalista indaga sulla sua vita ma avrà, dai responsi delle interviste effettuate ad amici e colleghi, tutte versioni discordanti.

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  1. Il concetto di cinema d’autore nasce negli anni ’10 allorché molti intellettuali si rendono conto che attraverso i film, considerati fino a poco tempo prima “romanzi per analfabeti”, si possono promuovere le idee sull’arte, sulla cultura, sulla politica.
    Quel che è profondamente sbagliato consiste nel porre sempre il cinema d’autore in antitesi al cinema commerciale sotto il segno di una gara, eticamente persa in partenza, fra poesia e prodotto. “Rocky”, film commerciale per eccellenza, e “I pugni in tasca”, quintessenza del film d’autore, suscitano entrambi forte emozioni.
    Chi deve stabilire quali emozioni siano di serie A e quali di serie B? Non certo quei critici cinematografici che, fingendo di proteggere le categorie dell’autore e del pubblico, proteggono la propria. E’ il pubblico, piuttosto, che deve esprimere il giudizio. Con buona pace di chi cerca di influenzarlo, di coloro, cioè, che stigmatizzano i confini fra Nazione e Nazione per poi porne altri, ben più irti e ingiusti, fra film e film, fra pubblico colto e pubblico meno avveduto, per far da arbitri senza arbitrio. Muniti solo di fischietto e ipocrisia. La Settima Arte, per fortuna, ha le spalle grosse.

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