Mentre i risultati delle proteste tardano ad arrivare, la riforma dell’università viaggia spedita verso la sua approvazione definitiva. A metà giugno nell’aula del Senato il ddl Gelmini diventerà realtà, nonostante le proteste, l’astensione dalla docenza dei ricercatori e i sit-in davanti al Senato. E ad accontentare una piccola parte del mondo universitario ci sarà qualche emendamento, buttato qui e là con lo scopo di placare un pochino gli animi.
I punti di maggior rilievo della riforma dell’Università, che ha già ottenuto il via libera della Commissione Bilancio del Senato, restano due: il governo dell’Università sarà nelle mani di Senato accademico, Rettore e Consiglio di amministrazione; lo status giuridico dei docenti sarà rivoluzionato, ma soprattutto cambierà il metodo del loro reclutamento.
Anna Di Russo
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