30mila cattedre vuote: anche quest’anno è caccia ai supplenti

Sindacati chiedono un nuovo “doppio canale” di reclutamento: uno per i precari e l’altro per i vincitori di concorso

Su oltre 81mila cattedre libere dopo i trasferimenti dello scorso mese di maggio, sono state autorizzate poco meno di 51mila assunzioni. Una cattedra su tre non verrà assegnata e destinata alle supplenze. Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha fatto il conto dei posti che non potranno essere attribuiti per carenza di candidati inseriti nelle liste provinciali ad esaurimento (le Gae) o nelle graduatorie degli ultimi concorsi, lanciando la corsa dei supplenti alle oltre 30mila cattedre che resteranno vacanti per “carenza” di docenti titolati in base al meccanismo messo in piedi per le assunzioni.

Precari tappabuchi “storici”

Secondo le stime di molte sigle sindacali del comparto scuola, a settembre i dirigenti degli ambiti territoriali dovranno nominare un numero di supplenti variabile tra i 200mila e i 240mila. Mentre, per tutte le cattedre che i provveditorati agli studi non riusciranno ad assegnare, i presidi dovranno fare a gara per accaparrarsi i pochi supplenti in grado di insegnare alcune discipline dove la carenza di candidati è ormai endemica. Il meccanismo di assegnazione del ruolo è invariato da anni. Le cattedre libere dopo i pensionamenti e i trasferimenti vengono divise in due grossi blocchi: una prima metà viene destinata ai precari storici, già abilitati, inseriti nelle graduatorie provinciali ad esaurimento (le Gae). L’altra metà è appannaggio dei vincitori degli ultimi concorsi con le graduatorie ancora valide. Ma le liste provinciali dei precari sono ormai vuote in diverse discipline di insegnamento. Per l’insegnamento di Italiano, Storia e Geografia alla scuola media occorre coprire 5.775 cattedre ma nelle Gae non ci sono più candidati. Stesso discorso per Matematica e Scienze alla scuola media, dove occorrerebbe nominare 3.185 nuovi assunti.

Nella scuola media mancano all’appello docenti di strumento musicale e perfino di lingua straniera: inglese e francese. Passando al superiore le cose non cambiano molto. Per svolgere le lezioni di Elettronica, Meccanica, Informatica e Tecnologie nautiche avrebbe bisogno di quasi 3mila ingegneri e informatici da inviare in classe che, però, non ci sono. I motivi sono la competitività delle aziende che. possono offrire contratti migliori rispetto quelli della scuola ad un numero basso di laureati nelle STEM. Licei, istituti tecnici e professionali avrebbero bisogno di quasi 4mila docenti di matematica e fisica per avviare le lezioni a metà settembre.

Insegnanti blocci nelle Graduatorie provinciali dei supplenti

Un bacino di docenti da cui attingere c’è: sono le famose Gps (Graduatorie provinciali dei supplenti) già in possesso di un’abilitazione all’insegnamento o della specializzazione su sostegno. Ma l’unica deroga finora approvata riguarda i docenti che affiancano gli alunni disabili, dove sono libere oltre 27mila cattedre. Ad agosto si attingerà anche dalle Gps rinviando a fine anno l’abilitazione all’insegnamento attraverso un corso ad hoc. E confermando l’immissione in ruolo solo dopo l’esito dell’esame finale.

A mettere un tampone alla divisione provinciale dei precari storici è intervenuta la cosiddetta call veloce: la possibilità per i precari nelle liste regionali dei concorsi e provinciali dei precari di chiedere l’assunzione in un’altra provincia o regione. Ma ormai anche questa novità sembra abbia dato i suoi frutti e non c’è da aspettarsi troppo. I sindacati chiedono da tempo un nuovo “doppio canale” di reclutamento: uno per i precari e l’altro per i vincitori di concorso. Con l’assunzione automatica dalle Gps per tutti i docenti abilitati e concorsi riservati a coloro che hanno già maturato almeno 3 anni di supplenza. E anche la proroga delle graduatorie dei concorsi già espletati. A complicare le cose, poi, è arrivata anche la riforma della formazione iniziale e del reclutamento che nel 2022. I motivi? Tempi lunghi. Per diventare docente occorre dapprima abilitarsi attraverso un corso universitario di 60 cfu, poi occorre partecipare al concorso e concludere il percorso con l’anno di prova. Un percorso che per sfornare nuovi docenti pronti ad essere assunti richiederà, per i più ottimisti, un paio d’anni. Nel frattempo si procede con soluzioni tampone e col precariato che aumenta anno dopo anno.

LEGGI ANCHE:

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Studiare in Giappone: quali sono le borse di studio e come fare domanda

Next Article

Inizio in salita per il nuovo anno scolastico: 250 scuole rischiano di restare senza dirigenti

Related Posts