Bagni neutri per insegnanti transgender, identità alias per le credenziali della posta elettronica, sulle tabelle di turno orari esposte negli spazi comuni e sul cartellino di riconoscimento. La rivoluzionaria novità è contenuta nel contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto istruzione, università e ricerca 2019/21 firmato venerdì dai sindacati – tranne la Uil – e dall’Aran.
L’articolo 21
“Il nuovo contratto segna un importante passo avanti verso una sempre maggiore valorizzazione di tutto il personale della scuola, sia docenti sia Ata”, ha scritto il ministero in una nota. L’accordo sarà definitivo quando passerà tutti i controlli del Mef e della Funzione pubblica sulla parte economica. All’articolo 21 ci sono molti di quei diritti che vengono ancora contesti tra l’attuale maggioranza e le opposizioni. “Al fine di tutelare il benessere psicofisico di lavoratori transgender, di creare un ambiente di lavoro inclusivo, ispirato al valore fondante della pari dignità umana delle persone, eliminando situazioni di disagio per coloro che intendono modificare nome e identità nell’espressione della propria autodeterminazione di genere, le amministrazioni riconoscono un’identità alias al dipendente che ha intrapreso il percorso di transizione di genere di cui alla Legge 164/1982 e ne faccia richiesta tramite la sottoscrizione di un accordo di riservatezza confidenziale.
Modalità di accesso e tempi di richiesta e attivazione dell’alias saranno specificate in apposita regolamentazione interna, la carriera alias resterà inscindibilmente associata e gestita in contemporanea alla carriera reale”. Di seguito vengono riportati gli esempi di applicazione della norma citati sopra relativamente ai servizi igienici, agli spogliatoi: “Divise di lavoro corrispondenti al genere di elezione della persona e la possibilità di utilizzare spogliatoio e servizi igienici neutri rispetto al genere, se presenti, o corrispondenti all’identità di genere del lavoratore”.
Barbacci (Cisl): “Articolo non modificavile inserito per volontà di tutti”
La norma in questione non è cancellabile in sede di verifica della compatibilità del contratto da parte del Mef. A garantirlo è la segretaria Cisl Scuola Ivana Barbacci a Corriereuniv.it: “Questo articolo è stato inserito con la volontà di tutti e non c’è possibilità che venga modificato. Argomento che riguarda una fascia precisa di lavoratori, lo valorizzeremo. È un diritto significativo come i tre giorni di permesso retribuito ai precari che è costato 74 milioni di euro”.
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