Arrivano i test a sorpresa, a scuola. Gli insegnanti piemontesi da oggi dovranno sottoporsi a visita medica per individuare l’eventuale dipendenza da alcol. Lo decide una recente delibera regionale, che ha rinnovato le prescrizioni di un precedente atto del 2012 mai davvero messe in pratica.
Il medico competente, quindi, responsabile della sorveglianza sanitaria nei luoghi di lavoro, deciderà poi chi dovrà fare (a sorpresa) anche il test alcolimetrico.
Perché il Piemonte si trovi a fronteggiare questo problema, lo riassume Antonietta Di Martino, referente per la sicurezza dell’Usr, in un colloquio con La Stampa: «Nel 2006 la Conferenza Stato-Regioni ha stilato l’elenco delle mansioni a rischio e ha inserito gli insegnanti, dal nido alle superiori, in quanto a loro sono affidati gli allievi. L’articolo 41, comma 4 bis del Testo Unico del 2008 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ha poi demandato alla Conferenza di definire le modalità dell’accertamento».
Molte regioni, in attesa di indicazioni dall’alto, si sono fermate. La giunta Cota, invece, aveva interpretato la legge come operativa. «La delibera del 2012 aveva definito le linee di indirizzo – visita annuale per tutti e test ogni tre anni – stabilendo un periodo di osservazione di un anno a cui sarebbe seguito un nuovo provvedimento, arrivato in ottobre».
«Il medico decide chi sottoporre al test sulla base della visita solo se sospetta alcoldipendenza. L’Usr – aggiunge Antonietta Di Martino – ha chiesto alla Regione di chiarire formalmente la periodicità delle visite, costose. Il vero obiettivo, però, è di arrivare ad eliminare l’insegnamento dall’elenco vista la sproporzione tra rischio e misure da adottare». «In novembre il ministero della Salute ha inviato un nuovo elenco di attività da sottoporre alla Conferenza unificata: l’insegnamento non c’è». Resta da chiarire quando la Conferenza potrà occuparsi della faccenda.
Come l’avranno presa gli insegnanti? Da tempo si è animato un dibattito sulla vicenda. Per molti la misura è da ritenere davvero eccessiva. Per altri, invece, non è che una mera applicazione della legge.
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Molte regioni, in attesa di indicazioni dall’alto, si sono fermate. La giunta Cota, invece, aveva interpretato la legge come operativa. «La delibera del 2012 aveva definito le linee di indirizzo – visita annuale per tutti e test ogni tre anni – stabilendo un periodo di osservazione di un anno a cui sarebbe seguito un nuovo provvedimento, arrivato in ottobre».
«Il medico decide chi sottoporre al test sulla base della visita solo se sospetta alcoldipendenza. L’Usr – aggiunge Antonietta Di Martino – ha chiesto alla Regione di chiarire formalmente la periodicità delle visite, costose. Il vero obiettivo, però, è di arrivare ad eliminare l’insegnamento dall’elenco vista la sproporzione tra rischio e misure da adottare». «In novembre il ministero della Salute ha inviato un nuovo elenco di attività da sottoporre alla Conferenza unificata: l’insegnamento non c’è». Resta da chiarire quando la Conferenza potrà occuparsi della faccenda.
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