Voglio Restare – La generazione italiana che non si arrende: “Non possono cacciarci dal nostro Paese”

Esiste in Italia una generazione che non si arrende fatta di ricercatori e studenti, giovani di diverse estrazioni, dalle mobilitazioni studentesche al sindacato, che di fronte alla crisi rispondono con la voglia di battersi per il proprio Paese. “Voglio Restare” è un progetto nato più di un anno e mezzo fa, che ha coinvolto migliaia di protagonisti su tematiche quali il lavoro, le politiche giovanili, il precariato. Abbiamo parlato con Lorenzo Zamponi, uno dei protagonisti della piattaforma, che ci ha raccontato la sua esperienza.

Lorenzo com’è nato “Voglio Restare” e perché?

Il progetto è nato nell’ottobre 2012, quando in tantissimi risposero all’appello che lanciammo contro la precarietà e la disoccupazione, affinché ci fossero le condizioni per permettere a noi giovani di restare in Italia. Ricordo ancora la prima assemblea a Firenze, a cui parteciparono moltissime persone. Da lì, poi, nacquero i comitati territoriali, che si occupavano di tutte le tematiche a noi vicine, dal welfare alla precarietà.

Abbiamo seguito in questi giorni la campagna #coglioneNO contro il lavoro creativo gratuito, che ha fatto molto discutere. Come la pensate voi?

L’idea è nata da un gruppo di grafici (Zero) che hanno fatto un lavoro indipendente. Ma abbiamo subito deciso di appoggiarla, perché raccontava con intelligenza e provocazione il mondo del precariato e del lavoro creativo non ripagato.

Si parla molto di lavoro. Renzi ha presentato il Jobs Act. Pensate che si stia facendo qualcosa di concreto per combattere la disoccupazione giovanile e la precarietà?

E’ ancora presto per parlare del Jobs Act lanciato da Renzi e non ci sono ancora elementi validi per giudicarlo. Il suo merito, comunque, è quello di aver risollevato l’attenzione su temi fondamentali quali il lavoro e la precarietà. Da parte nostra, posso dire che siamo contrari a qualsiasi logica di contrapposizione tra precarietà e diritti dei lavoratori. Stiamo rilanciando, inoltre, le nostre 10 proposte per il lavoro, che abbiamo cavalcato già durante l’ultima campagna elettorale. Vogliamo che si guardi al mondo considerando il punto di vista dei giovani e dei precari.

Si leggono spesso in giro frasi del tipo “Se hai vent’anni vattene dall’Italia”. Come commentate queste affermazioni?

Il nostro problema non è lasciare il Paese. Anzi, molti di noi l’hanno fatto, e hanno alle spalle importanti esperienze fatte all’estero. Il problema, al contrario, è vivere in un Paese che rifiuta i suoi giovani, che costringe all’emigrazione. Bisogna ripensare le politiche adottate finora in questo senso. Non possiamo essere cacciati”.

Raffaele Nappi

 

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