Viganoni: “sono aperta al confronto”

La tensione all’interno dell’Università L’Orientale non sembra calare, da una parte il gruppo Z.E.R.081 dall’altra il Magnifico Rettore Lida Viganoni.

La tensione all’interno dell’Università L’Orientale non sembra calare, da una parte il gruppo Z.E.R.081 dall’altra il Magnifico Rettore Lida Viganoni.

Dopo l’intervento delle forze armate, alcuni studenti hanno rioccupato i locali dell’ex mensa e hanno cercato di coinvolgere altri gruppi studenteschi. “E’ gravissimo che il rapporto che tra noi e il Rettore debba necessariamente passare attraverso la polizia – ha spiegato Giovanni di Z.E.R.081 – da tre anni a questa parte la Rettrice non si confronta con noi. E’ inutile dire che abbiamo una rappresentanza studentesca che parla con lei perché rappresenta il 2% degli iscritti”. Ancora accanto agli studenti Giuseppe Aragno, il professore di storia contemporanea alla Federico II che ha dichiarato: “Per me fanno bene a chiedere le dimissioni del Rettore, quello che è accaduto è una vergogna, non ci sono parole per commentare”.

Note dolenti arrivano anche dall’Unione Sindacale di Base attraverso un comunicato del coordinatore regionale RdB/USB Università Pietro Di Gennaro in cui si legge: “Prendiamo le distanze da queste organizzazioni e dai loro dirigenti, come prendiamo le distanze dal comportamento del Rettore Viganoni che è ricorsa alla Polizia di Stato per operare uno sgombero di uno spazio pubblico occupato dagli studenti, invece di aprire un confronto con i suoi ragazzi”. Anche dal Rettore dell’ateneo di Parma prof. Gino Ferretti è giunta solidarietà agli studenti napoletani.

In un momento di grande confusione per l’ateneo abbiamo chiesto al Rettore Viganoni di esprimersi sulla faccenda.

Rettore, cosa pensa dell’occupazione fatta dai suoi studenti?

“Iniziamo subito dicendo che L’Orientale ha 11.000 iscritti e io non credo che quei locali fossero occupati da 11.000 persone. Ci sono studenti e studenti. L’azione di occupazione di questo gruppo è appropriazione indebita di uno spazio di proprietà de L’Orientale ed io, in quanto Rettore, devo difendere quegli spazi. Se entrassero improvvisamente delle persone in casa, chiunque cercherebbe di cacciarle via ed inoltre sono certa che questo gruppo sia stato accompagnato da persone esterne all’ateneo”.

Quale sarà la destinazione dei locali dell’ex mensa?

“Diciamo che il problema nasce proprio da qui. All’interno della mensa ci sono ancora attrezzature di proprietà dell’A.D.I.S.U. che sono state vendute di recente a privati. Questi signori avrebbero dovuto ritirare i macchinari e permettere a noi di iniziare i lavori previsti da una delibera del luglio 2010 in cui è disposta la costruzione di aule studio. Con i locali occupati da questo gruppo di studenti, non è stato possibile far portare via le dotazioni. E quindi congiuntamente al Presidente dell’Adisu Domenico Silvestri e al privato che ha acquistato, ho deciso di far intervenire le forze dell’ordine che, ribadisco, non sono entrate all’interno di Palazzo Giusso ma alle spalle”.

Gli studenti hanno organizzato assemblee per discutere i fatti. Si parla di sprechi, di dimissioni… cosa risponde?

“Sono rettore da due anni e mezzo e la mensa era in disuso da ben sette anni. Credo di essermi attivata abbastanza in fretta per fare in modo che i miei studenti usino quegli spazi. Stanno parlando di me come ‘rettore fascista’ ma certo non lo sono. Loro vorrebbero occupare quelle aule per fare un centro sociale. Io non volto le spalle alla città, non dico no al centro sociale ma ho un compito istituzionale prima che morale: devo dare gli spazi dell’ateneo agli studenti, non posso far entrare persone in difficoltà se prima non garantisco servizi ai miei studenti. Loro fanno spesso pranzi sociali e lasciano Palazzo Giusso in condizioni pessime. Non ho mai detto nulla, chiamo l’impresa di pulizia. Ma adesso hanno anche abbattuto un muro per rioccupare la mensa, sono ulteriori spese per l’ateneo”.

Come pensa di porre fine alla vicenda?

“Io sono aperta ad un confronto, mi auguro che queste persone capiscano e con ragionevolezza lascino i locali. I lavori di messa a nuovo devono iniziare e inizieranno per loro”.

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