Università: "Voti migliori alle studentesse più belle"

Le belle studentesse ottengono voti più alti negli esami universitari delle ragazze meno carine: a suggerire la connessione tra bellezza e successo negli studi  superiori è stata una ricerca effettuata da due studiosi della Denver Metropolitan University e presentata all’annuale meeting della American Economist Association e riportata dal sito Inside Higher Ed.
I ricercatori americani, Rey Hernández-Julián eChristina Peters, hanno prima raccolto numerose foto d’identificazione di studenti e stidentesse (quelle che si trovano sui libretti universitari USA), poi hanno chiesto a soggetti esterni all’Università di dare un volo alla bellezza delle immagini su una scala tra 1 e 10, infine hanno messo a confronto oltre 168 mila risultati degli esami sostenuti dai ragazzi e dalle ragazze di cui avevano raccolto le foto. Il risultato? Le studentesse più belle ottengono in media voti più alti delle loro colleghe meno attraenti.
Uno scarto di 0,024 punti (su base di 4.0 punti) per ogni gradino della scala della bellezza (per intenderci, le ragazze che venivano classificate con un 8 nella graduatoria della bellezza ottengono in media 0,048 punti in più delle colleghe che venivano classificate con un 6). Un fenomeno che riguarda solo le ragazze: per gli studenti maschi, infatti, la comparazione dei voti e quella dell’aspetto fisico non ha dato risultati statistici rilevanti.
Riducendo la scala della bellezza a tre valori (sotto la media, nella media, sopra la media), i risultati diventano ancora più marcati: le studentesse sopra la media, infatti, ottengono 0,067 punti in più ( su base 4.0) rispetto a quelle al di sotto dello standard.
E ancora, la bellezza fa la differenza nelle classi di laurea più basse, paragonabili alle nostre lauree triennali, mentre influisce meno sul voto all’aumentare del livello di studi. Nei corsi on line, poi, come era facile immaginare, la componente fisica risulta del tutto indifferente.
“Potrebbe essere che i professori investono più tempo ed energia con le studentesse più attraenti – provano a spiegare i ricercatori autori dello studio – aiutandoli ad apprendere e quindi a ottenere voti migliori? O più semplicemente, i docenti tendono a premiare l’apparenza fisica a parità di risultato durante gli esami? La risposta più probabile – continuano – è che i professori operino piccoli aggiustamenti in entrambe le direzioni”.
 

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  1. Due considerazioni: su base 30 la differenza è di mezzo punto; perché all’estero si finanziano ricerche di dubbio spessore ed in Italia si fatica a raccogliere soldi per ricerche ben più importanti? Questi risultati sono poi riportati in radio e tv, alimentando l’immagine astrusa dell’Università (italiana).

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