Università Telematiche, ecco il rapporto del MIUR: “Numerose criticità, serve intervenire”

Università Telematiche

Università Telematiche, la crisi sembra dietro l’angolo – E’ arrivato il tanto atteso rapporto della commissione del MIUR sulle Università Telematiche, e nello specifico sulle proposte e la qualità della loro offerta formativa.

La Commissione di studio, composta dai professori Stefano Liebman (Università Bocconi),
Marco Mancini (Università della Tuscia–Viterbo e Presidente CRUI fino al 4.8.2013) e dalla dott. Marcella Gargano, Vice Capo di Gabinetto del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca scientifica, si è insediata, presso gli uffici del Ministero in data 18 giugno 2013 e si poi riunita il 5 luglio, il 22 luglio ed il 1° agosto 2013.

Non mancano sorprese. Dal 2004 ad oggi, infatti, il numero degli iscritti alle Università Telematiche ha subito delle variazioni altalenanti.

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Dopo un boom iniziale, infatti, che ha visto il suo punto più alto nel 2011, il numero di iscritti è quasi tornato ai livelli del 2004. Non ci sono buone notizie, poi, per quanto riguarda la valutazione scientifica dei singoli atenei. L’ANVUR, infatti, ha espresso pareri negativi sulla richiesta di inserimento di nuovi corsi di laurea, principalmente, “con il riscontro di una scarsa definizione dei piani didattici, di una scarsa specificità degli obiettivi formativi e della generica motivazione ai fini dell’attivazione del corso di studi, nonché della insufficienza del numero di docenti e tutors e del limitato svolgimento dell’attività di ricerca”.

Per quanto riguarda gli studenti che hanno conseguito un diploma di laurea presso le università telematiche, si può notare come quest’ultimo dato sia progressivamente aumentato sino all’a.a. 2010-2011 per poi diminuire sensibilmente.

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La Commissione ha rilevato un numero notevole di criticità che emergono in merito ai
seguenti elementi:

• assenza di criteri determinati e chiari per la valutazione qualitativa dell’offerta formativa (specie con riferimento agli sbocchi professionali) e la mancata previsione dell’espressione del parere da parte del Comitato regionale al fine dell’accreditamento di nuovi corsi

• assenza di regolamentazione rigida in merito all’attivazione dei corsi di laurea

• assenza di regolamentazione in materia di istituzione di Scuole di Dottorato e di modalità di
svolgimento dell’attività di ricerca da parte dei docenti incardinati

• mancanza assoluta di definizione di parametri per la valutazione dell’attività di ricerca

• assenza di vincoli previsti per il reclutamento di docenti e ricercatori universitari, in particolare in merito all’assunzione per chiamata diretta (e relativo eventuale passaggio nelle Università statali)

• assenza di programmazioni di attività che le Università telematiche possono realizzare
consorziandosi con altre Università non telematiche, statali e non statali

La commissione ha evidenziato anche degli aspetti e delle proposte di fronte alle numerose criticità rilevate.

In primo luogo, si segnala la necessità di rendere omogenea la disciplina relativa alle Università telematiche rispetto a quella vigente in materia di Università tradizionali.

In secondo luogo, la Commissione, al fine di raggiungere l’obiettivo di garantire la qualità
dell’offerta formativa, ritiene indispensabile stabilire un termine entro il quale le Università telematiche debbano soddisfare i requisiti quantitativi relativi al personale docente previsti dalla normativa per le Università non-statali.

In terzo luogo, si rileva la necessità di introdurre un preciso obbligo, per il personale docente di queste Università, a svolgere attività di ricerca giungendo a prevedere, anche per le Università telematiche, che i finanziamenti pubblici vengano assegnati, analogamente a quanto stabilito per le altre istituzioni universitarie, in ragione della qualità dell’attività didattica e dell’attività di ricerca.

Si ritiene indispensabile, infine, che a partire dal nuovo Piano triennale 2013-2015,
siano previsti criteri più stringenti e la creazione, conferma o cassazione di corsi di studi
delle Università telematiche siano sottoposti ai rispettivi Comitati regionali di coordinamento, ai quali dovrebbero essere iscritte in ragione della sede amministrativa degli Atenei.

Anche CorriereUniv si era occupato della vicenda con l’inchiesta “Il titolo? Lo prendo a distanza”.

Raffaele Nappi

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3 comments
  1. E lei chi sarebbe per dirlo? Un barone delle statali?
    Alcune Uni telematiche sono di ottima qialità e lo si capisce anche dal rapporto, solo che in Italia le scremature non si possono fare subito…
    Lo sa che potrebbe essere denunciato e speriamo che prima o poi qualcuno lo faccia!

  2. Ho postato anche in un altro articolo. La commissione è chiaramente di parte. Io ho frequentato ingegneria alla Guglielmo Marconi, rispondo con i fatti: per la tesi ho incontrato il mio professore 5 volte, sentito per telefono 15 e per e-mail di più. I tempi per la tesi sono stringenti, altrochè, nella media delle università tradizionali si consegna addirittura una settimana prima se non un giorno prima della discussione, la Marconi ti obbliga a consegnare tre mesi prima della sessione ed a richiedere la tesi 8 mesi prima a 4 esami dal termine minimo(se ne hai 5 non puoi richiederla e non fanno “sconti” a nessuno). Il numero degli iscritti come si evince dalla stessa commissione, alla Marconi è aumentato, nonostante la concorrenza e nonostante il discredito che viene continuamente fatto anche da persone come il signore sopra, che mi pare appartenga ad una ben nota statale, che senza sapere emette giudizi (forse per comodo?). I corsi vengono accreditati dal MIUR ogni anno, bilancio presentato puntualmente e pubblico, la Marconi non ha aggiunto nè richiesto (si evince sempre dalla relazione) nuovi corsi di laurea. Gli sbocchi professionali sono ben definiti, basta andare sul sito, sono ben definite le tempistiche, le propedeuticità (anch’esse forse troppo stringenti rispetto a molte statali) l’orinde degli esami da sostenere, i contenuti, i professori. E’ tutto chiarissimo ed alla luce del sole e ripeto per molte cose basta andare sul sito, google è amico e cercare pareri iscriversi a gruppi facebook dove si incontrano gli studenti. Non si può davvero fare un discorso generale perchè non è così, è come paragonare il Politecnico di Torino ad una piccola statale che eroga corsi in ingegneria….ogni università ha i suoi pregi e difetti che andrebbero ben valutati. Cordiali

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