Dopo l’esclusione dal “bonus eccellenze”, le università telematiche italiane tornano a far discutere. Infatti, secondo il decreto dell’ex ministro Lorenzo Fioramonti, i corsi di laurea in Psicologia tenuti da questi atenei “sono assolutamente incompatibili con la natura sanitaria della professione“.
In parole povere, il decreto varato dal Miur (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) stabilisce che i corsi di laurea in Psicologia vadano svolti esclusivamente in presenza e senza alcun tipo di attività telematica. Questo già a partire dall’anno accademico 2020/2021. Tuttavia, gli studenti non ci stanno e anche alcuni docenti hanno avuto parecchio da ridire in merito a questa decisione.
In particolare, stando a quanto riportato da Dire e AgenPress, il Prof. Pier Giuseppe Rossi, docente ordinario alla facoltà di scienze della formazione dell’Università degli studi di Macerata, ha dichiarato ai microfoni di Radio Cusano Campus: “È una scelta anacronistica, un decreto medievale che va contro la possibilità di innovazione e rinnovamento. […] Non si tratta solo di un attacco alle università telematiche, ma anche di un attacco al diritto allo studio degli studenti. Qui ci si muove in base a pregiudizi. In quel decreto non è stato scritto minimamente per quale motivo è stata presa questa decisione. […] Supponiamo che il motivo sia quello dell’impossibilità dei laboratori a distanza, allora dobbiamo dire una cosa: puntiamo sulla qualità, sia quella delle telematiche che delle università in presenza. […]
Perché non andiamo a vedere in quante università in presenza il laboratorio è strutturato come semplice lezione frontale? Se guardassimo questo, ci accorgeremmo che forse è più facile fare un laboratorio interattivo a distanza piuttosto che in presenza. Non è che la presenza di per sé garantisca la qualità. […] La qualità è data anche dal rapporto studente-docente. Nei laboratori delle università in presenza gli incardinati per i laboratori non bastano, quindi vengono presi personaggi esterni all’università. Questo abbassa la qualità. In un laboratorio in e-learning, invece, il docente può rivedere e risentire i prodotti e può intervenire“.
Gli studenti hanno realizzato una lettera-appello per dire la loro. In quest’ultima si legge: “Il giorno 10 gennaio 2020, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha comunicato attraverso il suo sito la fine dei corsi di laurea triennale e magistrale di Psicologia delle università telematiche, dichiarandole ‘assolutamente incompatibili con la natura sanitaria della professione’ poiché, grazie al decreto legge Lorenzin del 2017, la professione di Psicologo ha ottenuto la qualifica a professione sanitaria. […]
Tutti gli atenei statali maggiori […] anziché contrastare la crescente domanda di didattica online e la direttiva europea relativa, si sono adeguati alle nuove richieste dando strumenti che avrebbero potuto rendere l’istruzione fruibile anche a chi è impossibilitato a spostarsi per frequentare l’Università, facendola di conseguenza tornare ad essere un bene comune a cui tutti possono accedere e il mezzo per la realizzazione personale […]
Intendiamo non cedere nel mantenere il diritto all’istruzione libera, consapevole e alla portata di tutti, senza distinzioni od ostacoli burocratici, e a sostenere i magnifici rettori delle Università telematiche nella faida scatenatasi. Nel frattempo, ci rimettiamo sui libri e lasciamo passare queste ‘prediche inutili’“.
Insomma, la questione dei corsi di laurea in Psicologia delle università telematiche sta creando un dibattito particolarmente acceso e probabilmente le polemiche non finiranno qui.
dire
UNIVERSITÀ TELEMATICHE, ABOLIZIONE CORSI PSICOLOGIA: DOCENTI E STUDENTI NON CI STANNO
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Ci sono esami di Psicologia all’ateneo e-Campus che sono delle vere e proprie stragi: una marea di bocciati e voti bassi per i promossi. È ancora l’università telematica con maggior numero di abbandoni proprio perché lì veramente non ti regala niente nessuno! Addirittura c’è chi paga lezioni private per poter sostenere determinati esami a partire da Psicometria. Sono pregiudizi, niente di più! Le ore di tirocinio vengono regolarmente svolte presso enti accreditati e si fanno tanti sacrifici per poter superare gli esami specie per chi deve anche lavorare. D’altronde l’ordine degli Psicologi è l’unico che obbliga ad un esame di Stato con diverse prove scritte e non un formale colloquio come in altre discipline, solo una ulteriore tattica per scoraggiare perché di sicuro non serve a garantire una migliore professionalità altrimenti non si vedrebbero tante “capre” che contribuiscono solamente ad un incremento di diffidenza verso questa figura professionale da parte dell’utenza; in Italia ancora oggi molti non sanno esattamente chi sia/che cosa faccia lo psicologo, altri si vergognano di andarci, la maggioranza li vede al pari dei cartomanti… questo è l’unico serio problema che dovrebbe porsi l’ordine degli Psicologi…. ha prodotto un vero fallimento dal punto di vista di immagine professionale nella società!
sono daccordo con il commento precedente… vivo a Berlino e ho preso una triennale in psicologia “da grande”, sono una professionista ed ho una magistrale presa in modalita’classica precedente… per sfizio, su suggerimento di una studentessa alla Bicocca Milano, sono andata a seguire degli esami …. beh,,, spero di essere stata sfortunata… una prof che non testava assolutamente la conoscenza e capacita’ di approfondimento ed elaborazione degli studenti ma random decideva domande veramente di livelli incomparabili tra uno studente e l’altro… me ne sono andata pensando che i prof della mia triennale fossero tutti stati milgiori di lei… comunque: ho vissuto per lavoro in 5 paesi diversi e le lauree on line sono ovunque, noi, come al solito, invece che controllare piu’ attentamente cio’ che abbiamo e milgiorarlo, abbiamo il politico di turno che decide la legge e via… spero che ci ripensino!
Limitare e screditare le università telematiche comporta, tra le altre cose, limitare quella concorrenza oggi più che mai necessaria per un continuo miglioramento del mondo accademico generale. Perché se in un ateneo tradizionale posso fare gli esami da non frequentante o presenziare a lezioni il più delle volte tenute dagli assistenti (per carità, alcuni molto bravi, in alcuni casi anche più dei titolari), allora capiamo bene come l’università telematica possa essere quella spina nel fianco che porti l’università tradizionale a guardarsi allo specchio e darsi finalmente una mossa, per cercare di dare quel qualcosa in più che migliaia di studenti ormai trovano in una uni telematica. Quest’ultima offre oggi degli strumenti veramente formidabili: videolezioni realizzate in maniera veramente professionale, peraltro da visionare obbligatoriamente (la visione viene tracciata), copioso materiale didattico disponibile online, lezioni in diretta streaming con possibilità di interagire in maniera sincronica via chat, tutor qualificati e disponibili, segreterie didattiche efficienti, esercitazioni obbligatorie, continui ripassi via chat tra professori e studenti, test di ammissione agli esami. Dopo la mia esperienza in un’università convenzionale, dove lo studio si è basato fondamentalmente sui testi e i manuali, non avendo la possibilità di frequentare, mi si è aperto un mondo quando allo studio sui manuali, che comunque rimane imprescindibile, ho potuto associare tutto quanto appena elencato.
Mi auguro che la questione venga rivalutata. In particolare mi riferisco al fatto che non trovò giusto che esami che io personalmente ho dato all’ università pubblica vengano svolti comodamente da casa con le crocette e ripetuti finché non andati a buon fine. Conosco persone che stanno dando esami presso università telematiche e con sconforto sento situazioni inverosimili. Per esempio accedere direttamente ai due anni di magistrale dandosi poche materie a crocette da casa soltanto perché provenienti da corsi affini che poi alla fin fine hanno ben poco, a livello di materie, con il corso triennale di psicologia. Non pretendo che le università online vengano bandite ma quanto meno che i corsi siamo adeguati tanto quanto quelli dell università pubblica.