Università: Il direttore Berriola presenta a Uno Mattina la sua ricetta anti esodi

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“La ricetta? Io un’idea ce l’ho, ed è anche provocatoria: ridurre il numero degli Atenei italiani”. Ha le idee chiare Mariano Berriola, direttore del Corriere dell’Università Job, intervenuto alla trasmissione Uno Mattina sul caso del calo clamoroso degli iscritti, denunciato dal Cun.

“Nel 2003 con le lauree triennali c’è stata una vera e propria corsa alle iscrizioni, poi, negli ultimi 10 anni, si sono via via ridotti gli iscritti, con un calo abbastanza fisiologico dell’1 – 2% l’anno. Va detto che in Italia nella fascia dai 30 a i 34 anni abbiamo solo il 20% del laureati contro una media europea che punta al 40 % entro il 2020”.

Berriola continua la sua riflessione. “La domanda è: stiamo facendo le politiche giuste per arrivare a questo traguardo entro il 2020? Mi sembra che adesso siamo un po’ in difficoltà”.

In realtà va aggiunto che negli ultimi anni nelle Univdersità italiane c’è stato un grande pensionamento, ma con la spending review e la crisi economica non è riuscita l’operazione di ricambio: ci troviamo, quindi, con pochi studenti e pochi docenti.

I motivi della riduzione degli studenti? Ci sono due problemi principali. In primis la crisi economica: le famiglie italiane non hanno i soldi per mandare i propri figli all’università. Ma il dato più interessante è proprio la sfiducia dei ragazzi nell’istituzione universitaria.

È vero negli ultimi 20 anni c’è stata la rappresentazione di modelli sbagliati, come le facili scorciatoie per arrivare al successo. Penso fortemente che i giovani, oggi, debbano sporcarsi le mani, fare sacrifici, seguendo il percorso tra mille difficoltà, ma che porta alla realizzazione. Penso che il prossimo governo debba affrontare con serietà il problema dei giovani.

Come si frena l’emorragia? Io un’idea ce l’ho, ed è anche abbastanza provocatoria: bisogna ridurre il numero degli Atenei italiani, concentrando i pochi soldi sulle università di qualità, quelle che hanno prodotto ricerca e risultati negli ultimi anni”.

Le risorse, poi, vanno spostate dalle università agli studenti, perché sappiate che oggi le borse di studio non vengono pagate agli idonei: io merito una borsa di studio ma lo Stato non me la paga!”.

Guarda l’intervento a Uno mattina qui.

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