Università di Padova, la studentessa all’inaugurazione dell’anno accademico: “Quando studiare è diventato una gara?”

Corona di allore verde per simboleggiare il benessere psicologico per quegli studenti che sono stati male o che si sono uccisi sotto la pressione degli studi

Ma quand’è che studiare è diventato una gara? Da quando formarsi è diventato secondario rispetto al performare? Tutto quello che sappiamo è che una vita bella, una vita dignitosa, non ci spetta di diritto, ma è qualcosa che ci dobbiamo meritare”. Sono le parole dette dalla studentessa Emma Ruzzon, presidente del Consiglio degli studenti dell’Università di Padova, durante il suo intervento all’inaugurazione dell’801esimo anno accademico dell’ateneo veneto.

“La corona d’alloro non deve significare l’eccellenza, la competizione sfrenata deve essere simbolo del completamento di un percorso che è personale, di liberazione attraverso il sapere. Abbiamo scelto di mostrarla qui con un fiocco verde, quello del benessere psicologico, per tutte quelle persone che non potranno indossarla, per tutte le persone che sono state o stanno male all’idea di raggiungere questa corona. Stare male non deve essere normale.”

“Molti degli ostacoli che incontriamo nel nostro percorso accademico sono strutturali e sono, per esempio, non potersi permettere una casa da fuori sede, non poter frequentare le lezioni, non avere una borsa di studio, ed è codardo che si deleghi al singolo studente la responsabilità di trovare un modo per arrivare alla fine del percorso indenne, superando degli ostacoli che è compito delle istituzioni rimuovere”.

“Non godere di un reale diritto allo studio pesa sul percorso universitario, così come insiste sulle nostre spalle la costante competizione corrosiva a cui siamo sottoposti e un ragionamento sul benessere psicologico ancora in fase embrionale, che non fornisce nemmeno a tutte le Università uno sportello di assistenza e ascolto, e che dove è presente lo vede sottofinanziato e di conseguenza mal funzionante. Vogliamo lo psicologo di base, in università e fuori”.

Bernini: “Eliminare numero chiuso”

All’inaugurazione anche il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini che ha ricordato i progetti di ricerca che vedono protagonista l’ateneo patavino, e la capacità di produrre innovazione. “Da aprile avremo delle novità, non abbiamo tolto posti – ha spiegato Bernini – Il numero chiuso lo dobbiamo eliminare in maniera ragionevole, i nuovi medici li dobbiamo formare sulla base dei fabbisogni di oggi e di domani. Sono numeri che vanno disaggregati facendo proiezioni sul futuro. I test di ammissione verranno fatti due volte l’anno quindi era necessario per la prima volta anticipare di molto i numeri. Non sono ancora finite le interlocuzioni, si è preso i numeri dello scorso anno ma mancano i numeri dei corsi per studenti extra Ue. Stiamo lavorando per aumentare i numeri a Medicina”. Il tavolo è aperto e dovrebbe chiudersi entro aprile, per ora si è ipotizzato un più 20% degli attuali posti disponibili ma il ministro rassicura: “Potrebbero essere anche di più”.

La rettrice Daniela Mapelli ha sottolineato: “siamo attrattivi, sì: anche quest’anno Accademico abbiamo infatti più di 23mila immatricolazioni, e la quota studentesca internazionale copre l’11% degli immatricolati”. Mapelli ha inoltre ricordato che ammontano ad un totale di 151 milioni di euro, e vedono coinvolti 492 docenti strutturati, i progetti di ricerca presentati dall’Università per accedere ai fondi del Pnrr. Progetti, ha ricordato, che permetteranno di arruolare 133 ricercatrici e ricercatori di tipo A e 155 dottorande e dottorandi.

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