Università di Genova: “Sei infermieri su dieci negli ospedali italiani in stato di burnout”

Lo studio ha coinvolto un campione di sanitari in 38 ospedali. Mangiacavalli (FNOPI) a Corriereuniv: “Servono soluzioni strutturali”
Male nurse pushing stretcher gurney bed in hospital corridor with doctors & senior female patient

Sei infermieri su dieci negli ospedali italiani sono in “burnout”, una situazione di esaurimento delle energie psicofisiche che mette a rischio la qualità delle cure ai pazienti. Lo rileva lo studio dell’Università di Genova, coordinato dalla prof. Annamaria Bagnasco sul benessere dei professionisti, condotto in collaborazione con la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (Fnopi). 

Lo studio ha coinvolto un campione statisticamente valido di età media pari a 42 anni, il 73% di genere femminile, presenti nei reparti di degenza di 38 presìdi ospedalieri del Paese e si è svolto tra giugno 2022 e luglio 2023 con l’obiettivo di indagare le principali variabili che impattano sul benessere dei professionisti e la sicurezza delle cure. Il 45,2% degli intervistati si dichiara “pronto a lasciare l’ospedale per l’insoddisfazione lavorativa dovuta a basse retribuzioni, mancanza di carriera e carenza di personale”. Il 59% degli infermieri in servizio negli ospedali italiani è “molto stressato” e il 36% sente di “non avere il controllo sul proprio carico di lavoro”. Il 47,3% si percepisce “privo di energia” e nel 40,2% dei casi si ravvisa «un esaurimento emotivo elevato”. Il 45.4% ritiene che “l’impegno professionale non lasci abbastanza tempo per la propria vita personale e familiare”.

Alla domanda sulla possibilità di lasciare entro il prossimo anno l’ospedale a causa dell’insoddisfazione lavorativa, quasi la metà degli infermieri ha risposto in modo affermativo (45.2%). Gli infermieri che lavorano in ambito ospedaliero in Italia sono oltre 165 mila. “La sicurezza del paziente è garantita anche dalla stabilità degli staff di personale”, sottolinea la coordinatrice dello studio e professore del dipartimento di scienze della salute Università di Genova Annamaria Bagnasco.

Mangiacavalli (FNOPI): “Servono soluzioni strutturali”

“È uno studio dirompente – commenta a Corriereuniv Barbara Mangiacavalli, presidente della FNOPI – perché mette nero su bianco, con la forza dei numeri e delle analisi statistiche, quelle percezioni che la Federazione da molti anni sta facendo pervenire nelle opportune sedi istituzionali. E spiega anche le ragioni per cui la modifica al sistema pensionistico prevista dal Governo nella legge di Bilancio è apprezzabile, ma è rischiosa in relazione all’obiettivo del riconoscimento della professione infermieristica come lavoro usurante. Proprio per la storica carenza di organici, gli infermieri si trovano quotidianamente a dover andare oltre i normali di turni di lavoro. Certamente non è la stessa situazione riscontrabile tra i dipendenti amministrativi, scolastici o informatici. Quello che chiediamo – chiarisce la presidente Fnopi – è che vengano adottate soluzioni strutturali che, ovviamente, non ci portano alla soluzione domani, ma che possono costruire, nel tempo, nell’arco temporale di 5-8 anni, una professione infermieristica 2.0 capace di invertire la tendenza”.

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