Università di Bologna – La storia dell’usciere innamorato: arrestato per stalking

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Voleva uscire con lei, così escogitava tutti i modi pur di convincerla. Un usciere dell’Università di Bologna è stato arrestato con l’accusa di stalking e tentate lesioni gravi, dopo una vera e propria persecuzione nei confronti di una sua collega.

Ad incastrarlo ci hanno pensato le telecamere fatte installare dalla Procura e dai carabinieri. L’uomo aveva ripetutamente chiesto alla donna, una sua collega, di uscire con lui, ma in cambio aveva ottenuto solo un rifiuto. Per convincerla era arrivato ad escogitare i modi più assurdi: iniettava siringhe di morfina o di cloroformio nelle bottigliette d’acqua e le lasciava sulla scrivania della giovane donna.

La vicenda ha inizio ai primi di dicembre quando la donna, 31 anni, impiegata in un ufficio di segreteria, si è accorta che la bottiglietta d’acqua che era solita lasciare sulla scrivania, anche oltre l’orario di chiusura, era torbida. Visto che non era la prima volta che succedeva – prima non aveva dato peso e l’aveva svuotata – ha deciso di portare la bottiglia ai carabinieri: i Nas hanno fatto analizzare il liquido al laboratorio di tossicologia forense e hanno scoperto tracce di morfina.

La donna ha così raccontato la vicenda aggiungendo che poco prima aveva trovato anche delle rose e una scatola di cioccolatini sulla sua scrivania. Con la collaborazione dell’Università, poi, si è deciso di installare le telecamere, visti i ripetuti ritrovamenti della donna di bottigliette d’acqua alterate.

L’usciere innamorato si è difeso dicendo che voleva solo controllare che la bottiglia fosse regolare, ma nel suo armadietto le forze dell’ordine hanno trovato delle fiale e liquidi sospetti, con siringhe e veleno per topi.

Poco prima di Natale, ecco l’arresto. L’usciere si è avvalso della facoltà di non rispondere. La donna, però, è caduta in uno stato d’ansia, che difficilmente le farà dimenticare la vicenda.

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