Un’intera classe in sciopero contro il compagno bullo. I genitori: “Da due anni i nostri bambini vivono in un incubo”

Scoppia la protesta contro il bullismo in un istituto di Jesi, in provincia di Ancona. Quattordici genitori decidono di non mandare più i loro figli a scuola per la presenza di un bambino che avrebbe atteggiamenti violenti contro di loro, denunciando denti rotti, Amuchina negli occhi, insulti e minacce. La preside: “Problema c’è ma è stato ingigantito”.

Sciopero contro il compagno di classe bullo. È quello andato in scena per due giorni di fila all’interno di una scuola elementare di Jesi, in provincia di Ancona, dove 14 bambini su 15 hanno disertato le lezioni (su indicazione ovviamente dei loro genitori) in segno di protesta contro un loro compagno di classe accusato di tenere atteggiamenti violenti e vessatori nei loro confronti. E così in aula, per due giorni di fila, l’unico presente era lui: il bullo.

“Non ci sentiamo sicuri nel mandare i figli a scuola e così li abbiamo tenuti a casa – ha spiegato una mamma del gruppo dei genitori in protesta al Resto del Carlino che oggi racconta questa storia -. Sono due anni che i nostri piccoli subiscono botte, interruzioni di lezioni, parolacce e insulti da parte di un bambino di 8 anni. Abbiamo fatto una relazione al vice questore, sono state attivate anche figure professionali e assistenti sociali ma nulla. Le maestre le hanno provate di tutte”.

Gli episodi raccontati dai genitori sono tanti: si va dalle minacce alle botte fino ad un dente rotto ad un compagno di classe (episodio quest’ultimo su cui ci sono al momento versioni contrastanti con la scuola che parla solo di una “scheggiatura” dovuta a un gesto “involontario dell’alunno”.

La dirigente scolastica dell’istituto ha risposto alle richieste avanzate dai genitori cercando di gettare acqua sul fuoco. “Non nego l’esistenza a scuola di una situazione di problematicità. Credo che però i toni utilizzati per descrivere questa circostanza siano esasperati. L’istituto, preso atto del problema, sin da subito si è attivato, adottando tutte le misure possibili. Sono state effettuate riunioni on line, è stato attivato lo psicologo e altre figure professionali. La situazione è monitorata ed è stato fatto tutto ciò che una scuola può fare per risolverla”.

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