Una panchina gialla per chiedere giustizia: così l’Università di Venezia ricorda Giulio Regeni

Nel giorno del settimo anniversario della morte del giovane ricercatore italiano, l’ateneo veneto ha deciso di dedicargli una panchina gialla che sarà ospitata nella sede di Ca’ Dolfin.

Una panchina gialla per ricordare Giulio Regeni e per chiedere verità e giustizia. L’università Ca’ Foscari di Venezia ha deciso di ricordare così il ricercatore italiano ucciso al Cairo dai servizi segreti egiziani il 25 gennaio del 2016. La panchina troverà spazio all’interno del giardino della sede di Ca’ Dolfin dove domani si terrà una cerimonia alla presenza della rettrice dell’ateneo, Tiziana Lippiello.

L’impegno dell’ateneo

Il corpo del giovane studioso fu ritrovato in un fosso una mattina di sette anni fa nella periferia della capitale egiziana, dopo essere stato rapito e torturato a morte. Gli sarà intitolata una panchina dipinta di giallo, il colore simbolicamente utilizzato nella campagna “Verità per Giulio Regeni” che ha visto centinaia e centinaia di bandiere essere esposte dai palazzi di Comuni e istituzioni italiane. Verrà apposta anche una targa commemorativa per ricordare la sua vicenda. “Con questa iniziativa – spiega l’ateneo – Ca’ Foscari intende anche riaffermare il diritto e l’importanza della libertà di ricerca in tutto il mondo”.

La polemica dei genitori

Intanto non si placano le polemiche politiche dopo che nei giorni scorsi i genitori di Giulio avevano rilasciato un’intervista criticando l’atteggiamento dell’Egitto e la collaborazione con lo stato africano che il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni pare aver addirittura rafforzato. “Non abbiamo aspettative, noi pretendiamo, verità e giustizia, come azioni concrete. Basta, per favore, basta finte promesse. Pensiamo sia oltraggioso questo mantra sulla ‘collaborazione egiziana’ che invece è totalmente inesistente”.

La replica del ministro Crosetto

A loro ha replicato il ministro della Difesa, Guido Crosetto: “Lo Stato deve chiedere tutta la verità e pretendere giustizia per Regeni, e contemporaneamente deve tenere rapporti con altri Paesi. Le due cose sono conciliabilissime, la fermezza sulla vicenda Regeni e il fatto che lo Stato debba dialogare con altri che sono fondamentali anche per il futuro di tutti noi per il Mediterraneo e per il fronte Sud del Paese”.

LEGGI ANCHE:

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Licenziato perché non era abbastanza preparato: Ministero condannato a pagare gli stipendi arretrati a un supplente

Next Article

Lezioni hot e ammiccamenti agli studenti: sospesa una giovane professoressa

Related Posts