Troppi prof assenti e la preside chiama via Whatsapp anche i nonni come supplenti. “Siamo in emergenza”

Scuole in piena emergenza a causa delle assenze tra il personale docente e allora i dirigenti fanno affidamento ai volontari attraverso appelli che spesso vengono lanciati sulle chat dei genitori su WhatsApp. E’ quanto è successo in una scuola in provincia di Genova (40 classi tra materne, primarie e medie).

Troppi prof a casa ammalati o in quarantena e la scuola chiama ad insegnare anche i nonni: succede in Liguria, più precisamente all’Istituto comprensivo di Bogliasco, Pieve Ligure e Sori, ovvero i premi tre comuni dopo Genova in direzione levante. Una scuola formata da quaranta classi (scuola materna, elementari e medie) e in cui la dirigente scolastica, Enrica Montobbio, ha dovuto lanciare un appello sulle chat di whatsapp per cercare supplenti al di fuori dalle chiamate canoniche fatte dalle graduatorie.

“Buongiorno, purtroppo la scuola è in una situazione di grande criticità per grave carenza di personale. Sono molti i docenti assenti per diverse motivazioni: malattie, quarantene e congedi parentali. Le graduatorie sono tutte esaurite e anche le persone che hanno presentato la messa a disposizione sono tutte occupate oppure non possono lavorare. Chiediamo se ci fosse qualcuno di voi disponibile a accettare supplenze avendone i titoli” è il testo del messaggio inviato ai genitori qualche giorno fa.

Poi la precisazione visto che non tutti potevano candidarsi “Per poter fare le supplenze, servono dei titoli. Sono questi, in ordine di priorità – ha scritto la preside sulla bacheca virtuale della scuola – 1) Laurea Magistrale in scienza della formazione primaria o dell’infanzia. 2) Diploma di di maturità magistrale conseguito prima del 2003. 3) Diploma di maturità magistrale conseguito dopo il 2003. 4) Laurea triennale. Il candidato dovrà essere munito di green pass rafforzato”.

Alla chiamata hanno risposto in tanti e, come riporta oggi il quotidiano La Stampa, anche la signora Tiziana De Angelis, madre e nonna, ex impiegata contabile e attualmente assistente di supporto nelle problematiche sociali. “Non ho mai insegnato ma mi occupo di formazione, ho i crediti CFU 24. La mia vocazione è sempre stata quella della cura degli altri, della pedagogia. Per questo ho deciso di propormi –  ha detto – Se dovessi diventare insegnante per qualche giorno sarebbe una grande emozione, ma mi farei aiutare dagli altri professori. Considero questa apertura della scuola una scelta molto bella. Ricollega le istituzioni alle persone, alla comunità: chi può dare dà. Così come si faceva una volta”. 

Total
1
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Batterie quantiche superveloci per futura ricarica wireless

Next Article

Allarme dei presidi: "Il 50% di classi in Dad. Enorme difficoltà gestionale e didattica mista discutibile"

Related Posts