Test Medicina 2016, infiamma la polemica: "Riduzione del 20 % dei posti disponibili"

TEST MEDICINA 2016 – Sono appena state definite le nuove date del test d’ammissione per i corsi di laurea a numero programmato, e già infiamma la polemica. Il tutto, stavolta, ruota intorno alla riduzione di numeri proposta dal Ministero della Salute. Si parte, dunque, il 6 settembre prossimo, con Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria. Il giorno successivo, il 7, si terrano i test per Medicina Veterinaria, mentre l’8 quelli per Architettura. Ultimo giorno di prove è il 14 settembre, con i test in lingua inglese per Medicina e Chirurgia.
L’attesa, però, come dicevamo è tutta sui posti messi a bando. Già l’anno scorso si è assistito ad una riduzione dei posti disponibili, con il numero esatto a livello nazionale che si attestava sulle 9.513 unità, rispetto alle 10.083 di due anni fa. Secondo le prime indiscrezioni, però, nel nuovo bando – che sarà online entro 60 giorni dalle prove – il numero dei posti potrebbe ridursi di un ulteriore 20 %, scendendo fino a 8.000 unità disponibili.
Nessun cambio, invece, dovrebbe registrarsi per quanto riguarda la composizione delle domande del test: 60 domande e 100 minuti a disposizione, con un potenziamento rispetto al passato solo delle materie “disciplinari”. Un esempio? A medicina le domande di cultura generale passeranno da 4 a 2, quelle di logica da 23 a 20, mentre sono aumentate quelle di biologia ( da 15 a 18) e quelle di Chimica (da 10 a 12). Restano ferme a 8 le domande di Matematica e Fisica.
La reazione degli studenti alla proposta della riduzione dei posti disponibili non si è fatta attendere. “È l’ennesima dimostrazione di come il tema “numero chiuso” venga affrontato nel peggior modo possibile. Di fronte ai tantissimi ricorsi, che annualmente vengono presentati e vinti contro il Ministero, e ai tentativi di università straniere di aprire in Italia corsi a numero aperto ecco la risposta del Ministero della salute: riduzione del 20% dei posti – dichiara al Corriere dell’Università Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari – . È da subito evidente come questa nuova programmazione sembri andare nella direzione contraria a quanto stabilito in sede europea: con l’entrata in vigore dei nuovi orari di lavoro per il personale ospedaliero si è visto come in Italia ci sia carenza e non abbondanza di personale.”

Continua il coordinatore dell’UDU: “Da sempre riteniamo fortemente sbagliato pensare di adeguare il numero di studenti in funzione delle esigenze del mercato del lavoro, a maggior ragione se si tratta di limitare l’accesso all’università, perché questo rappresenta una violazione del diritto allo studio, in contrasto con quanto disposto dalla Costituzione. Oltretutto, pensare di rispondere a presunte esigenze occupazionali future tramite la programmazione dell’accesso al percorso di studio, risulta un sistema altamente fallace, anche da un punto di vista pratico, poiché non tiene conto delle variabili che intervengono in un percorso lungo 11 anni: solo per fare un esempio, basti pensare al fatto che alcuni studenti, per vari motivi, non arrivano alla laurea. Programmare l’accesso con la scusa di formare personale facilmente assorbibile dal mercato del lavoro, significa voler nascondere la realtà dei fatti: l’accesso limitato è diventato un alibi per continuare a non investire nell’università. Basterebbe tornare ad investire per far sì che tutti gli studenti possano intraprendere il percorso di studi scelto per il proprio futuro.”

Conclude Dionisio: “Quello che più ci preoccupa, però, è che ci sia l’intenzione di affrontare un tema così delicato non solo nella direzione opposta a quella che gli avvenimenti degli ultimi tempi suggerirebbero, ma soprattutto senza coinvolgere gli studenti e i loro rappresentanti. Sono tantissime le promesse fatte dal Ministro Giannini sull’argomento, puntualmente disattese. Per una volta si abbia il coraggio di aprire un serio dibattito sull’argomento, includendo anche chi vive quotidianamente sulla propria pelle le storture dell’attuale sistema: si convochi un tavolo e si discuta veramente di un modello che superi il numero chiuso e renda finalmente accessibile l’università.”

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

I giovani e le scienze 2016: concorso della Commissione Europea per studenti delle superiori

Next Article

La rassegna stampa di giovedì 28 gennaio

Related Posts