Quiz blindati, l’Udu: "ripensiamo il sistema"

test-1.jpgAlla vigilia dei test d’ingresso non si placano le polemiche sulle modalità di accesso alle cosiddette università a numero chiuso. I primi a finire sul patibolo sono stati i rettori accusati dall’Ududi aver “ blindato i test d’ingresso”. Così l’Unione degli Universitari promette di scendere in campo durante i giorni delle prove per distribuire un vademecum su cosa deve e cosa non deve accadere durante la prova. Obiettivo: tutelare gli studenti dalle irregolarità e dal regime di illegalità diffusa “che troppo spesso è emerso in questa lotteria dei test d’ingresso”.

“E’ diventata ormai una commedia teatrale quella del Numero Chiuso – afferma Giorgio Paterna, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Universitari – che giovedì alle 11.00 vedrà in scena il suo primo atto, i test d’ingresso a Medicina. Una commedia ormai grottesca in cui gli attori/rettori risolvono in maniera sempre più maldestra un problema serio, un problema sociale che fanno finta di ignorare: la negazione del diritto allo studio”.

L’Udu inoltre sottolinea come sia sconveniente la presenza di “vigilantes e notai alla Cattolica di Roma per monitorare i test d’ingresso a medicina” e sottolineano il “regime ferreo anche alla Sapienza, dove il Rettore Luigi Frati ormai si concentra sul come blindare lo svolgimento dei test per evitare ricorsi e scandali, disinteressandosi di quanto sia corretto o meno selezionare gli studenti con un test a crocette”.

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  1. Siamo arrivati con i quiz ad un punto di non ritorno. Mia figlia ha fatto i quiz in Medicina alla Cattolica di Roma e con stupore ha scoperto di essersi classificata quartultima; come se avesse risposto solo a tre domande esatte. Roba da svegliarsi da un sogno e sperare che non sia vero. Diplomata con 100/100, 13 esami a farmacia con la media del 30 è possibile che possa rispondere solo a tre domande esatte? La spiegazione: il foglio delle risposte non corrispondeva in sequenza all’ordine delle domande. Un errore di tipografia ha tolto la possibilità di poter accedere alla facoltà di Medicina della Cattolica a mia figlia. E’ una violenza morale e talmente ingiusta la cosa che mi viene voglia di andarmi ad incatenare davanti ai cancelli della facoltà e pretendere che venga la Gelmini che tanto parla di meritocrazia, di innovazione e di trasparenza. La rabbia poi è questa indifferanza che si palpa in giro. Nessuno mai, tra gli studenti e i genitori, riesce a gridare la rabbia per questo sistema di selezione marcio e corrotto e che priva della libertà di potersi iscrivere alla facoltà che più si desidera, alla facoltà più consona alle attitudini dei singoli studenti. Ai miei tempi avremmo bruciato l’università per molto meno.

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