Il day-after (che ancora totalmente after non è) si parla di un problema di comunicazione. L’errore insomma starebbe tutto nella denominazione: G8 delle università, che avrebbe potuto senza problemi chiamarsi Summit ed evitare di evocare un incontro che nella mente dei più giovani resta inevitabilmente legato ai fatti di Genova del 2001.
Dopo gli scontri di ieri, si teme molto per la giornata di oggi. Ma almeno il primo rischio di tafferugli alla stazione di Milano è stato scampato: infatti si è risolta pacificamente la partenza degli studenti milanesi dalla Stazione Centrale verso Torino per partecipare alla manifestazione nazionale di protesta. I ragazzi hanno infatti pagato interamente la tariffa del biglietto con lo sconto comitiva previsto da Trenitalia per i gruppi di oltre 50 persone. Il treno regionale, che in circa due ore li porterà nel capoluogo piemontese, è partito con 20 minuti di ritardo, solo perché all’ultimo momento il numero degli studenti non tornava.
Ma per il momento la situazione davanti all’Università di Torino è tranquilla. Nell’isola pedonale antistante palazzetto Aldo Moro, quartier generale dell’Onda anomala che protesta contro il summit, ci sono già alcune centinaia di persone. Sono arrivati nella notte i pullman dal resto d’Italia (sei da Roma e quattro da Napoli). Tante le bandiere rosse, con falce e martello, e i fischietti colorati. Le forze dell’ordine, presenti in gran numero, controllano la situazione e presidiano lungo il percorso i possibili bersagli della contestazione studentesca, tra cui il Rettorato della vicina via Po.