“Rendere impossibile il rifiuto del voto”: la proposta di Massimiliano Barolo, preside della scuola d’Ingegneria dell’Università di Padova, sta facendo tremare i polsi a migliaia di studenti italiani. Un cambiamento radicale che, secondo Barolo, aiuterebbe ad accorciare la media della durata degli studi universitari di primo livello, in Italia ben più lunga dei tre anni canonici.
“Se non piace la parola, potremmo dire che vorremmo renderlo sconveniente – spiega il preside di Ingegneria – È un modo per spronare lo studente a presentarsi solo quando è preparato, evitando perdite di tempo che finiscono per allungare i tempi della laurea”. “Il rifiuto del voto non esiste in nessun altro posto al mondo – rincara Barolo – chi va in Erasmus sa che deve sostenere l’esame subito dopo la fine del corso e che non ci sono sessioni di recupero, non si capisce perché debba funzionare così solo in Italia”.
Tuttavia, la possibilità di rifiuto del voto non serve solo da paracadute per gli studenti meno preparati: “È un’ipotesi difficile da tradurre in pratica, bisognerebbe modificare il regolamento studenti – spiega Guido Scutari, ex prorettore del diritto allo studio nell’Università di Padova – I voti fanno media per la laurea e possono servire per ottenere la borsa di studio”.
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