Supplenti ancora senza stipendio da maggio: scatta la diffida del Codacons

L’associazione che difende i consumatori denuncia lo stallo burocratico che impedisce ai precari di incassare gli stipendi per le supplenze brevi fatte durante lo scorso anno scolastico.

Migliaia di docenti precari che hanno svolto servizio di supplenza nell’anno scolastico 2020/2021 devono ancora ricevere gli stipendi, a causa di un pasticcio burocratico tra il Ministero dell’Istruzione e quello dell’Economia. Lo denuncia il Codacons, che sta ricevendo le richieste di aiuto da parte del personale scolastico.

“Come noto, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, si è venuto a determinare nella scuola pubblica un crescente fabbisogno di personale docente che è stato reclutato in massa attraverso il ricorso a contratti di supplenze brevi – spiega il Codacons – In forza dell’art. 121 del D.L. Cura Italia n. 18/2020, il Ministero dell’Istruzione avrebbe dovuto assegnare alle istituzioni scolastiche statali le risorse finanziarie per i contratti di supplenza breve e saltuaria anche in deroga alle vigenti normative e, quindi, con proroga anche in caso di rientro del titolare e, ciò, al fine di favorire la continuità occupazionale dei docenti già titolari di contratti di supplenza breve e saltuaria, nei periodi di chiusura o di sospensione delle attività didattiche disposti in relazione all’emergenza sanitaria da COVID-19″.

Moltissimi docenti, però, ad oggi, secondo il Codacons non hanno ancora ricevuto il pagamento delle retribuzioni maturate in corrispondenza dell’attività di supplenza e gli stipendi di maggio, giugno e luglio non risulterebbero ancora pagati, con le risorse finanziarie che sarebbero ancora in corso di assegnazione da parte del Miur. “A fronte del lavoro prestato, quindi, migliaia di docenti precari e personale Ata attendono ancora oggi di ottenere i compensi previsti dalla legge” conclude il Codacons che ha pubblicato sul proprio sito internet il modulo di diffida attraverso il quale tutti i soggetti coinvolti possono intimare a Miur e Mef il pagamento degli stipendi arretrati, pena un’azione collettiva per gli evidenti danni patrimoniali subiti.

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