Studiare Agraria all’università, il docente: “Pianificare studio e attività vi farà guadagnare tempo”

Primo Proietti è ordinario di Arboricoltura generale e coltivazione arboree presso il Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università degli Studi di Perugia. “Da un’agricoltura a basso input chimico ed energetico si avrà una importante ricaduta sulla mitigazione del cambiamento climatico”

Cosa si studia ad Agraria? Quali competenze devono avere le matricole che vogliono intraprendere questo corso di studio? Ce ne parla Primo Proietti ordinario di Arboricoltura generale e coltivazione arboree presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia.

Quali sono le conoscenze e capacità che dovrebbe avere uno studente per intraprendere il percorso di studio in Scienze Agrarie?

Per affrontare nel migliore dei modi il percorso di studio, è opportuno che lo studente possieda una buona preparazione nelle materie di base, quali matematica, fisica, chimica e biologia. Per gli studenti che non fossero sicuri di avere tale preparazione, ogni anno il DSA3, prima dell’inizio delle lezioni, organizza per le Matricole un periodo di attività propedeutiche alle materie di base (matematica, fisica, chimica e biologia) per colmare le eventuali lacune. Successivamente, le conoscenze di base vengono verificate mediante un test da sostenere entro il primo anno di immatricolazione. 

Quali sono gli sbocchi professionali e quanto è importante oggi la tecnologia applicata in questo campo?

La Laurea in SAA è considerata dalla maggior parte degli Studenti come propedeutica alla Laurea magistrale in Agricoltura Sostenibile o a quella in Agricultural and Environmental Biotechnology presenti nel DSA3. Tuttavia, come dimostrato dagli eccellenti risultati occupazionali, non è difficile per i Laureati in SAA che decidessero di concludere il loro percorso di studio con la Laurea triennale di inserirsi agevolmente nel mondo del lavoro.

La Laurea triennale consente anche di intraprendere la libera professione come Agronomo Junior, fra le cui competenze rientrano consulenze nei settori delle produzioni vegetali e animali, delle trasformazioni alimentari, della commercializzazione dei prodotti e della gestione e difesa dell’ambiente rurale e naturale, della divulgazione e della formazione a favore degli Operatori del Settore agricolo.

Ci può descrivere il suo percorso professionale e cosa l’ha spinta verso questo indirizzo accademico?

La scelta di iscrivermi alla Facoltà di Scienze Agrarie di Perugia (ora DSA3) dell’UNIPG fu motivata da diversi fattori fra i quali l’essere cresciuto in una piccola cittadina (Bevagna) strettamente connessa al mondo rurale, l’interesse per le materie biologiche e per la natura in generale, conseguente anche a una mia lunga esperienza nello Scoutismo, oltre alla mancanza di specifici interessi verso altre Facoltà. Una volta laureato, non pensavo affatto di rimanere nell’Università, ma qualche mese dopo fui contattato da un Docente che aveva selezionato alcuni laureati con il massimo dei voti per supportarlo nei rilievi connessi all’attività di ricerca e decisi di accettare. 

Quali sono le sfide della ricerca in questo campo?

Da un’agricoltura a basso input chimico ed energetico e dalla sua valorizzazione in termini di miglioramento della produzione, di circolarità e di qualità della vita, si avrà una importante ricaduta sulla mitigazione del cambiamento climatico e del degrado ambientale e un impulso allo sviluppo rurale, in linea con gli obiettivi del PNRR che promuove la ricerca finalizzata allo sviluppo di un’agricoltura ad alta produttività ed ecologicamente e socialmente sostenibile.

Posso sintetizzare, quindi, affermando che la sfida della ricerca in ambito agrario sarà legare l’innovazione tecnico-scientifica e anche sociale all’incremento della sostenibilità, della resilienza, della circolarità e del benessere dei Lavoratori e dei Consumatori.

Un consiglio per le future matricole?

Una volta che avrete scelto il vostro percorso di studio, il primo problema che dovrete prendere in considerazione sarà di tipo organizzativo in quanto nell’Università, a differenza della scuola, nessuno indica cosa fare e quando, ma sarete voi ad autogestirvi e ciò potrebbe indurvi per inesperienza a rimandare le attività di studio e, di conseguenza , potreste poi non fare in tempo a preparare gli esami per la prima sessione (alla fine del primo semestre). È importante, invece, cercare di pianificare da subito lo studio e le altre attività universitarie, dandosi delle scadenze e cercando poi di rispettarle, soprattutto per rimanere in pari con gli esami, sessione dopo sessione.

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