Studenti promossi dopo aver sparato alla prof, parla la docente: “Delusa dalla scuola. Mi sento emarginata”

Maria Cristina Finatti, la docente dell’istituto tecnico “Marchesini” di Rovigo parla dopo la notizia della promozione (a pieni voti e con 9 in condotta) degli studenti che le avevano parato con una pistola giocattolo dei pallini di plastica mentre si trovava in classe. “In questi mesi nessuno mi ha chiesto scusa per quello che è successo”.

“Nessuno in questi mesi mi ha mai chiesto scusa. Ho dedicato la vita alla scuola e ora mi sento sempre più emarginata”: è delusa “Maria Cristina Finatti, la professoressa dell’Istituto Tecnico “Viola Marchesini” di Rovigo, che lo scorso 11 ottobre fu colpita da alcuni pallini di plastica sparati da una pistola giocattolo mentre si trovava in classe seduta come tutti in giorni dietro alla sua cattedra. A compiere quel gesto due studenti, mentre un altro filmava la scena. La notizia che la scuola ha deciso di promuovere i ragazzi, uno dei quali anche con 9 in condotta, l’ha gettata nello sconforto più profondo nonostante il ministro Valditara ieri abbia precisato che sull’episodio sarà svolto un approfondimento.

In una intervista rilasciata a Repubblica, la docente ha ripercorso quanto successo in quel giorno di ormai otto mesi fa. “Era appena iniziata la scuola e non conoscevo ancora bene gli alunni di quella prima. Ho visto subito una disposizione diversa dei banchi e me la sono segnata. Quel giorno sono stata raggiunta per due volte da palline di plastica sparate da una pistola ad aria compressa, con la seconda ho rischiato di perdere un occhio, per fortuna avevo la mascherina. Ho pianto perché non capivo cosa stesse succedendo, quando mi sono ripresa ho capito che stavano girando un video che poi è stato diffuso – ha ricordato la docente – Subito dopo il vicepreside mi ha messo del ghiaccio in testa, poi sono andata a casa in bicicletta. Mi ha preso un senso di abbandono che non mi ha più lasciato. Da quel giorno ho sempre sentito disagio ad andare a scuola, io che ai ragazzi ho dedicato la vita”.

La docente poi ha cercato di spiegare anche la decisione di denunciare tutti gli studenti della classe, non solo quelli che avevano materialmente sparato i pallini. “Ho aspettato fino all’ultimo giorno prima di farlo – ha continuato – Speravo che si prendessero dei provvedimenti, che da questo episodio potesse scaturire un percorso di confronto tra docenti e studenti, ma anche con i genitori. Nulla. Le uniche scuse arrivate sono state tramite la preside, a condizione che ritirassi la denuncia. Alla fine, non volevo più sentirmi così umiliata e ho presentato esposto, denuncia e querela nei confronti di tutta la classe presso la Procura della Repubblica al Tribunale dei Minori a Venezia per lesione dolose, reiteramento del reato, interruzione al servizio di pubblica utilità e oltraggio al pubblico ufficiale”.

Adesso aspetta che l’indagine del ministro Valditara spieghi come è stata presa la decisione sia della promozione degli studenti che della valutazione estremamente positiva anche del comportamento dei ragazzi a scuola. “Vorrei sapere quali sono stati i criteri utilizzati per dare un 9 in condotta e perché l’episodio è stato svalutato. Posso capire che si possano fare delle bravate, ma quello che mi ha delusa e indignata è che nessuno mi ha mai chiesto scusa. Se ci fossero stati un’ammissione di colpa, un sincero pentimento, un gesto umano di empatia sarebbe stato diverso. È l’indifferenza che ti distrugge” ha concluso la docente.

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