Studenti insoddisfatti e professori svogliati: è allarme rosso per le scuole medie italiane

Solo uno studente su dieci, secondo il rapporto della Fondazione Agnelli, è soddisfatto del proprio percorso scolastico triennale. A pesare c’è anche la girandola di supplenze che molto spesso si verificano negli istituti.

Studenti insoddisfatti e professori svogliati: è questa l’immagine abbastanza desolante della scuola media italiana fotografata dall’indagine della Fondazione Agnelli che è stata presentata nei giorni scorsi. A pesare sul giudizio dei tre anni scolastici che precedono l’ingresso alle scuole superiori c’è ancora una volta la differenza tra Nord e Sud. Come dimostrano i risultati dei test Invalsi, riportati oggi dal Corriere della Sera, alla fine della terza media gli studenti del Sud e delle Isole sono molto indietro nella valutazione finale (rispettivamente 17 e 27 punti in meno del Nord).

I ragazzi delle medie poi vivono male la scuola. Alla fine del percorso, solo uno su dieci si dichiara soddisfatto delle ore che passa in classe. Una performance pessima che è collegata anche alle difficoltà dei loro docenti. Oggi nessuno vuole più fare il prof alle medie: stipendi bassi, scarsa considerazione sociale. Non sorprende che, nonostante le massicce immissioni in ruolo degli ultimi dieci anni, l’età media dei professori resti molto alta (poco meno di 52 anni), mentre solo un prof su cento ha meno di 30 anni.

E poi c’è la girandola dei supplenti: da un anno all’altro un insegnante su tre sceglie di cambiare scuola o viene trasferito (un dato che risente del fatto che alle medie ci sono più studenti disabili, quindi sono previsti più insegnanti di sostegno, categoria ad altissimo tasso di precarietà). Infine, mentre si sentono abbastanza preparati sul piano disciplinare, più della metà dei prof (sei su dieci) lamenta difficoltà di carattere didattico, anche se soltanto uno su dieci sente il bisogno di migliorarsi seguendo dei corsi di formazione.

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