«Mi sento come se fossi nato una seconda volta» dice Saverio da quando un cuore meccanico gli ha ridato la vita. Si tratta del primo ragazzino al mondo ad aver ricevuto un cuore artificiale permanente. È avvenuto due anni fa al Bambin Gesù di Roma, ospedale all’avanguardia per l’uso di questi dispositivi in bambini e adolescenti, dato che trovare un organo adatto per un tanto giovane paziente non è cosa semplice, a volte le attese sono troppo lunghe.
Adesso Saverio, sedici anni, sta bene. Ha risposto bene all’intervento, il primo al mondo perché in altre circostanze il cuore artificiale è soltanto una pompa momentanea. Non così per lui, che all’età dell’intervento presentava già tutti i sintomi di un anziano cardiopatico, conseguenze della sindrome di Duchenne che ai suoi muscoli facevano via via perdere la forza e rendevano rischiosissimo pure un trapianto.
Oggi Saverio ha ripreso a frequentare il liceo scientifico e con coraggio e serena accettazione condivide la sua vita col cuore artificiale che ogni 11 ore circa necessita di un cambio batteria.
«Ora sono più sereno e tranquillo, dice Saverio, e anche più sicuro di me perché finalmente posso condurre una vita normale».
Giovanni Torchia