Studente picchiato da prof, il sindaco di Pontedera porta in strada cattedra e banchi

Singolare iniziativa del primo cittadino di Pontedera che ha voluto ricostruire un’aula della scuola sul corso principale del paese, con tanto di sedie e lavagne. “Serve discussione aperta sul sistema scolastico. La nostra città non è quella del video”.

“In questi giorni la nostra scuola è stata al centro della discussione pubblica nazionale per un episodio in effetti censurabile e inaccettabile sotto tutti i punti di vista”: inizia così un post del sindaco di Pontedera, Matteo Franconi, dopo il caso del docente che ha sferrato un pugno nello stomaco a un suo studente che lo stava prendendo in giro in classe. Un gesto che ha fatto il giro d’Italia grazie a un video, girato da un altro studente, e che ha contribuito a far sospendere l’insegnante.

Nei giorni scorsi il sindaco della cittadina toscana ha voluto prendere posizione nella vicenda, prima condannando senza se e senza ma il gesto del docente, e poi cercando di utilizzare il caso come occasione per parlare pubblicamente del momento che sta attraversando la scuola. Per farlo ha letteralmente portato in strada banchi e cattedre che per alcuni giorni sono stati collocati davanti al Municipio.

“Episodio grave ma che deve far riflettere”

“Prima di ogni altra considerazione mi preme rivendicare come la comunità educativa di Pontedera non sia certamente quella del video – ha ribadito il sindaco – Il nostro è un sistema scolastico popolato da donne e uomini che spendono quotidianamente ottime competenze e straordinarie energie per sostenere il percorso formativo degli studenti; lo fanno con professionalità, determinazione, rigore e umanità. Eppure fatti come quelli avvenuti in quella classe non devono soltanto esser censurati ma servire anche ravvivare una consapevolezza collettiva: quella che assegna alla nostra scuola il ruolo fondamentale per decidere quale società vogliamo e a quale futuro stiamo lavorando”.

“Sberleffi degli studenti e reazione del prof sono gravi”

“La scuola che dobbiamo volere non può esser l’ecosistema dove misurare i ragazzi e accrescerne solo le conoscenze ma quello dove la società tutta garantisce ai giovani la messa a disposizione degli strumenti per soddisfare la loro curiosità di conoscere il mondo, la possibilità di capirlo, la voglia di migliorarlo – ha aggiunto il primo cittadino – Ecco perché abbiamo deciso di portare simbolicamente un’aula sul corso: la generazione dei genitori di oggi, seduta su quei banchi, non può non sentirsi fattore integrante e responsabile nella filiera delle soluzioni. Ecco perché non basta commentare ciò che avviene dentro le aule né pontificare da fuori soluzioni salvifiche; dobbiamo piuttosto sentire nostre le sconfitte e le vittorie che ci vengono vissute, avvertire come nostre le soddisfazioni e le mortificazioni di chi ne fa parte, percepire insomma come nostri (e non di altri) i fallimenti sintetizzati in quel video: dagli sberleffi tracotanti (e intollerabili) dello studente alla reazione gravissima (e inaccettabile) del professore” ha concluso Matteo Franconi.

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