Stem, la riscossa è donna in alcuni Atenei italiani

Nelle Scienze naturali il 57% degli iscritti è donna. Ma nelle Ict, Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, la quota scende al 14%

Secondo l’ultimo report dell’osservatorio Talents Venture le donne sono il 57% degli iscritti all’università nell’anno accademico 2020/2021. Ma solo il 37% di esse ha scelto un indirizzo Stem (Matematica, Fisica, Scienze, Tecnologie informatiche). Una lacuna, non solo italiana, che è stata sottolineata anche dall’ultimo rapporto Ocse.

Nelle Ict, le Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, l’aliquota femminile sugli iscritti è solo al 14 per cento. In Ingegneria, Manifattura e Costruzioni le donne restano poche: il 29 per cento. Si registrano numeri maggioritari, invece, in Scienze naturali, dove il 57 per cento sono studentesse. Nello specifico, seguono i corsi di Ricerca biotecnologica in Medicina e Biotechnology and medical Biology.

Dei quasi cento Atenei in Italia ce ne sono almeno 12 che vanno in controtendenza a questo trend negativo. Al primo posto c’è il San Raffaele di Milano  con una maggiore rappresentanza femminile tra le persone iscritte a un corso prettamente scientifico: sono il 78 per cento su 228 studenti in valore assoluto. Le universitarie seguono i corsi di Ricerca biotecnologica all’interno di Medicina.

Come presenza di donne ai corsi scientifici, al secondo posto abbiamo l’Università di Teramo, il 67 per cento di 624 presenze totali. Qui mantengono una forte frequentazione femminile i corsi di Biologia delle cellule staminali e Tissue Engineering, Bioscienze e Tecnologie agro-alimentari e ambientali. Il 30 per cento delle ore di questi insegnamenti si svolge in laboratorio. Mentre è terza per presenza donne nei dipartimenti scientifici è l’Università Campus Biomedico di Roma, 992 iscritti ai corsi Stem, il 61 per cento sono studentesse. Seguono UrbinoCatanzaro, la Tuscia, e, settima, l’Università del Piemonte Orientale.

Nell’ateneo con sede a Vercelli su 4.065 iscritti, il 58 per cento è formato da donne. Altre cinque università hanno una quota di maggioranza femminile nelle discipline Stem e sono: il San Raffaele di Roma (telematica), FoggiaFerrara, la Cattolica di Milano e lo Iuav di Venezia, l’istituto universitario di architettura. “Per cogliere le opportunità offerte dalla rivoluzione digitale”, si legge nel report, “servono imprescindibilmente professioniste e professionisti con competenze Stem. In questo percorso è fondamentale incentivare la partecipazione delle donne allo studio scientifico e tecnologico, ad oggi principalmente ad appannaggio degli uomini”.

Una problematica che il Governo e l’UE spera di risolvere con gli investimento del pnrr: sono 1,4 miliardi di euro gli investimenti che negli anni dovranno interessare le Stem e l’imprenditoria femminile. Progetti formativi e borse di studio pensate per le donne, e non solo, che possano dare una spinta innovativa al tessuro economico nazionale; soprattutto in un momento in cui le aziende richiedono sempre più figure specializzate.

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