La decisione definitiva del Tar sul numero chiuso per le facoltà umanistiche alla Statale di Milano arriverà il 28 febbraio. Un’anticipazione di qualche mese – la data era stata fissata per maggio – mentre il ricorso annunciato dal rettore Gianluca Vago non verrà depositato, almeno per ora. L’università meneghina avrebbe dovuto impugnare la l’ordinanza del Tar del Lazio dello scorso 31 agosto, che ha portato alla sospensione dei test di ingresso ai corsi di studi umanistica, davanti al Consiglio di Stato. Ma con le immatricolazioni imminenti l’ateneo ha scalato marcia: “Stiamo valutando il ricorso in una situazione condizionata dal nodo dei tempi per garantire il corretto avvio delle lezioni”.
In Via del Perdono cercano di centellinare le dichiarazioni. Intanto le aspiranti matricole rimangono nell’incertezza relativa al loro immediato futuro, essendo per ora stati ammessi “con riserva”, in attesa della decisione finale degli organi competenti. L’Udu (Unione degli Universitari), il sindacato studentesco che ha vinto il ricorso, rilanciano l’appello: “La Statale rinunci al ricorso e apra le immatricolazioni ai corsi umanistici”. Inoltre si dicono pronti a diffidare il rettore se non venissero sbloccate al più presto le iscrizioni. Il Miur, chiamato in campo per sopperire al problema della carenza di organico negli atenei italiani, ha messo sul piatto 400 milioni di euro – gli stessi promessi per la ricerca questa estate -. La ministra Valeria Fedeli dal Forum di Cernobbio aveva dichiarato nei giorni scorsi “250 milioni li metterà l’Iit con cui abbiamo preso accordi, 150 milioni sono stati trovati nei vari capitoli di spesa”.
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