Spari in classe, la prof adesso vuole querelare la Littizzetto

La docente colpita da alcuni pallini di plastica partiti da una pistola ad aria compressa ha intenzione di denunciare la comica torinese dopo le sue esternazioni in radio. “Se l’hanno colpita è anche colpa sua” aveva detto. Intanto per gli studenti protagonisti dell’episodio a scuola sono scattati i lavori socialmente utili.
Milano, Trasmissione TV “Che tempo che fa” – Luciana Littizzetto

Potrebbero costare una denuncia per diffamazione le considerazioni della comica Luciana Littizzetto sul caso della professoressa di Rovigo colpita da alcuni pallini di plastica sparati da una pistola ad aria compressa in classe. La docente, come riporta il Corriere della Sera, starebbe valutando l’eventualità di denunciare la Littizzetto per diffamazione per le sue esternazioni (che hanno avuto una notevole eco sui giornali e sul web) e che hanno fatto storcere il naso anche al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.

“I ragazzi fiutano la debolezza. Non esiste una classe ingovernabile, esistono professori molto bravi con i quali i ragazzi stabiliscono una relazione e altri con cui non ci riescono. È anche colpa del professore, è l’empatia, è quel qualcosa che fa intuire ai ragazzi che li ami, che sei lì perché ti piace, ti interessa veramente quello che pensano. Se riesci a creare questa sensazione non ti sparano con la pistola ad aria compressa” aveva detto la Littizzetto nel corso della sua trasmissione su Radio Deejay “La Bomba”.

Intanto ci sono degli aggiornamenti riguardo ai provvedimenti che sono stati presi nei confronti dei ragazzi che si sono resi protagonisti dell’episodio: quattro studenti sono stati puniti con i lavori socialmente utili in un’associazione per disabili così come ha confermato la preside dell’istituto di istruzione superiore Viola Marchesini, Isabella Sgarbi, al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, durante l’incontro che si è tenuto a Roma negli uffici ministeriali di Viale Trastevere.

Lo stesso ministro, a quanto è trapelato, ha apprezzato la decisione di far svolgere ai ragazzi dei lavori socialmente utili. Un provvedimento che rispecchia in pieno quelle che erano state le indicazioni dello stesso ministro fatte qualche mese fa e che avevano, anche in quel caso, sollevato delle polemiche.

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