Nessuna divisione tra Nord e Sud, almeno per quel che riguarda gli stipendi dei docenti. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, aggiusta il tiro e specifica di non aver mai parlato di compensi più alti per i prof che insegnano dall’Emilia-Romagna in su. “Non è mai stato messo in discussione il contratto nazionale del mondo della scuola, non ho mai parlato di compensi diversi fra Nord e Sud – ha spiegato il ministro -. Ho solo riportato una problematica sollevata da alcune regioni riguardo il differente costo della vita nelle diverse città italiane. Insieme con sindacati e regioni si ragionerà anche di questo aspetto, per cercare soluzioni adeguate in favore di docenti e personale scolastico”.
Quello di un’eventuale differenziazione di stipendio tra i docenti del Nord e quelli del Sud avevano sollevato, come era logico aspettarsi, un vespaio di polemiche. “Ci auguriamo che le recenti dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara non corrispondano effettivamente ai programmi sulla scuola che vorrà attuare. Diversamente significherebbe rimettere radicalmente in discussione l’assetto del contratto collettivo nazionale accentuando la diseguaglianza sociale che, a parità di lavoro, porta a percepire stipendi diversi sulla base del luogo dove si svolge la propria attività. Per questo chiederemo al ministro chiarimenti formali in merito” aveva detto Giuseppe D’Aprile, segretario Uil Scuola.
“Qualsiasi idea di differenziare gli stipendi dei docenti in base alla regione in cui insegnano è inaccettabile e in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione, secondo cui il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro. Pagare diversamente per la stessa prestazione lavorativa, dunque, sarebbe incostituzionale” aveva invece detto Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.
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