Spari in classe alla prof, arrivate le prime sospensioni. E il ministro Valditara convoca la preside a Roma

La scuola ha preso ulteriori provvedimenti per i quattro studenti che hanno partecipato attivamente all’episodio contro la docente di Scienze e Biologia. Non è escluso che a breve ci sia un intervento diretto da parte del Ministero dell’Istruzione.

Dopo più di tre mesi sono arrivate le prime sospensioni per il caso degli spari in classe verso un’insegnante della scuola “Viola-Marchesini” di Rovigo. Quattro studenti sono stati raggiunti dai primi provvedimenti: punizioni in frequenza, incontri con esperti e lavori socialmente utili presso alcune associazioni. Incontri a cui dovranno partecipare anche i genitori dei ragazzi.

Le punizioni decise a ottobre

Si tratta di punizioni che in realtà fanno seguito ai 5 giorni per lo studente che aveva sparato e per quello che aveva ripreso la scena con il cellulare, due giorni per il proprietario della pistola e per l’alunno che l’aveva poi lanciata dalla finestra, tutti decisi e formalizzati all’indomani dell’episodio dal consiglio di classe della scuola veneta.

In arrivo provvedimenti anche dal Ministero

Intanto ieri il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha telefonato alla preside della scuola per esprimere la propria solidarietà e la propria vicinanza alla professoressa e all’intero corpo docente per il gravissimo episodio subito. Ha quindi convocato la preside al Ministero per martedì prossimo, chiedendole una relazione ufficiale e dettagliata dei fatti. Non è escluso quini che la vicenda abbia delle ripercussioni anche a livello ministeriale con un intervento diretto degli uffici di Viale Trastevere. “Contrastare fermamente il bullismo e la violenza a scuola e ripristinare nelle classi la cultura del rispetto sono due priorità della mia azione – ha sottolineato Valditara -. Senza di esse non può esistere nessun sistema scolastico degno di questo nome”.

La docente: “Le scuse? Non sono sincere”  

Riguardo alle scuse che l’intera classe avrebbe rivolto alla docente, è la stessa prof che – come riporta il Corriere del Veneto – ha tenuto a precisare alcuni aspetti. “Sì, ma sono state scuse obbligate e non sincere da parte degli alunni. E ai genitori che affermano di non essere stati in grado di raggiungermi per scusarsi, potevano scrivere una mail al mio indirizzo ufficiale di posta elettronica della scuola. Potevano lasciare qualcosa di scritto. Hanno avuto tre mesi di tempo”.

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