Sindacato e politica bocciano la “riforma del merito”

Cambia la forma, ma non la sostanza. Il disegno di legge sul “merito” si trasforma in decreto legge e mercoledì arriverà al Consiglio dei Ministri.

Cambia la forma, ma non la sostanza. Il disegno di legge sul “merito” si trasforma in decreto legge e mercoledì arriverà al Consiglio dei Ministri.Nonostante il pacchetto sia stato solo anticipato dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, ha già incontrato la ferma contrarietà del sindacato e di una parte della politica che lo ha definito “classista”. La riforma del merito non piace al Pd, ma neanche a una parte della politica di centro-destra. Non piace l’idea di una competitività senza uguaglianza di base e di una qualità che non potrebbe essere uguale per tutti. In realtà intorno alla parola “merito” non gravitano solo le nuove misure sugli studenti migliori, ma il pacchetto si allarga fino ad inglobare test d’accesso, concorsi universitari e nuove norme per i ricercatori.

Lo studente dell’anno. Ci sarà uno studente dell’anno, su di lui si concentreranno alcuni dei benefici che la riforma prevede: dalle borse di studio alla riduzione delle tasse.  Oltre a questo lo studente avrà diritto alla carta “Io Merito”, che gli permetterà di entrare gratuitamente nei musei, nelle mostre e la potrà utilizzare anche per i mezzi pubblici. E poi ancora master class e corsi estivi gratuiti.

Il curriculum come vetrina. Ad ospitare i curricula dei migliori sarà il ministero dell’istruzione che offrirà uno spazio web per far conoscere ad imprese e aziende in cerca di giovani promesse i più meritevoli.

Maturità da 110. Anche la scuola sarà coinvolta con tutte le scarpe in questa riforma. Si guarderà ad esempio al voto del diploma e saranno premiate le scuole considerate d’eccellenza, le quali potranno partecipare all’Organizzazione internazionale del baccellierato.

Test programmati. L’Università continuerà a controllare il flusso d’ingresso, almeno per le facoltà che già lo prevedevano, mentre per tutte le altre forse si opterà per dei test orientativi. Lo studente così sarà libero di iscriversi dove vuole, avendo però alle spalle il risultato del test. Tra le modifiche che dovranno essere effettuate si guarda anche all’eliminazione delle domande di cultura generale. La proposta è di sostituirle con una serie di quiz di logica e comprensione del testo. Sulle domande sulle materie fondamentali , invece, non dovrebbero essere apportate modifiche.

Concorsi in ateneo. Ricercatori, professori ordinari e associati dovranno rivedere le regole per accedere ai concorsi universitari, perché nuove modifiche sono alla porta. La riforma prevede che le commissioni saranno composte da cinque professionisti: due interni all’ateneo, due esterni scelti per sorteggio e un altro proveniente da una università straniera dell’area.

Due lauree contemporaneamente. Tra le novità introdotte e che faranno più discutere c’è sicuramente la possibilità di potersi iscrivere contemporaneamente a due corsi di laurea diversi. Questo significa che si potranno conseguire due lauree anche nello stesso anno e non si dovrà più aspettare il termine di un corso di studi per iniziarne un altro. Ovviamente le lauree dovranno essere dello stesso livello. Non si potrà infatti seguire una laurea triennale e nello stesso tempo una specialistica.

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