“Sei un asino, un bugiardo e un handicappato”. È stata condannata a 280 euro di multa e risarcimento dei danni morali una professoressa di Lettere che si era rivolta con questi toni al suo alunno.
La sentenza della Cassazione ha confermato la condanna, respingendo il ricorso presentato dal docente. “Solo l’epiteto asino – si legge nella motivazione del giudice – avrebbe potuto, in linea di principio, riconnettersi ad una manifestazione critica sul rendimento del giovane, con finalità correttive. Ma l’aggiunta di termini come bugiardo, handicappato e nullità sono espressioni obiettivamente denigratorie e indicative di volontà offensiva in capo a chi ebbe a usarle”.
La professoressa si era in realtà difesa dietro “il legittimo esercizio del diritto di critica, riservato ai docenti”, ma a nulla è valsa la sua posizione. Dalla ricostruzione della vicenda emerge, inoltre, che la professoressa si presentò direttamente a casa dello studente, ad insultarlo davanti ai genitori.
