Sapienza, smontata la panchina rossa contro la violenza sulle donne appena inaugurata. La rettrice: “Siamo indignati”

Al termine di una contestazione di alcune studentesse appartenenti al collettivo “Zaum” il simbolo della lotta alle violenze di genere è stata divelta e gettata nei cestini della raccolta indifferenziata. L’ateneo romano ha già fatto sapere che ne installerà una nuova.

È durata poco più di due ore la panchina rossa inaugurata oggi al centro del viale principale della Città universitaria di Roma dalla rettrice de La Sapienza, Antonella Polimeni e dal sindaco Roberto Gualtieri, donata dalla AS Roma.

A nemmeno mezz’ora dal termine dell’evento organizzato stamattina, infatti, della seduta che recava la scritta bianca ‘Amami e basta’ e il numero antiviolenza 1522 non c’è più traccia. Al termine di una contestazione di alcune studentesse appartenenti al collettivo Zaum Sapienza, la panchina è stata letteralmente smontata e gettata in uno dei cestini dei rifiuti che si trovano nella cittadella universitaria. “Con le vostre panchine rosse ci possiamo solo scaldare”, “Il patriarcato ha tante facce, spacchiamole tutte” alcune delle scritte che sono state ritrovate nei pressi della panchina divelta.

Un gesto che però è stato fortemente criticato da parte dei vertici dell’ateneo romano che hanno già annunciato che la panchina verrà ripristinata a breve. “Riteniamo che l’obiettivo di un grande Ateneo come il nostro – ha dichiarato la rettrice Antonella Polimeni – sia quello di mettere in atto azioni concrete e simboliche, di costruire una comunità educante, di cercare alleanze e di costruire esempi. Starà alla nostra comunità stabilire se l’esempio corretto è quello di chi posa simboli o di chi li distrugge. Di chi mette in atto azioni o di chi le contesta, di chi apre i centri antiviolenza, con professionisti formati, rivolti alla propria comunità e al territorio nel quartiere di San Lorenzo, oppure di chi occupa spazi, sottraendoli a tutta la comunità studentesca”.

“Ci sarà tempo – ha proseguito la Rettrice – per capire quali possano essere le ragioni per cui il simbolo universale della lotta contro la violenza nei confronti delle donne, viene violentemente abbattuto. Oggi è invece per noi il tempo di indignarci per l’accaduto, ripristinare la panchina e rinsaldare l’alleanza con tutti coloro che vogliono contribuire a creare una cultura diffusa, trasversale tra le generazioni, basata sul rispetto della persona, dell’individuo in quanto tale. In una giornata come oggi – ha concluso la Rettrice – in cui le nostre studentesse hanno affermato che non intendono più subire, tollerare o assistere ad alcuna forma di violenza voltandosi dall’altra parte, serve sorellanza e solidarietà tra le donne, e tra donne e uomini”.

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