Brusco stop per la riforma della scuola appena approdata al Senato: nella giornata di ieri, infatti, il DDL al vaglio della commissione Affari Costituzionali di palazzo Madama non ha passato appunto il parere di costituzionalità. Nonostante la maggioranza di cui il Governo dispone anche al Senato, se pur risicata, la riforma denominata Buona Scuola ha ottenuto in commissione 10 voti favorevoli e 10 contrari. Determinante il parere del senatore Gal Mario Mauro che nei giorni scorsi ha annunciato la sua uscita dalla maggioranza.
“La Buona scuola è scritta male. Fermiamoci un attimo tutti a riflettere perché va scritta meglio”. Questo il commento del senatore che ha ripreso in parte l’invito promosso dallo stesso premier Matteo Renzi in presidenza PD, quando ammetteva l’eccessiva fretta con cui è stato portato avanti il DDL e invitava il suo partito a prendersi “15-20 giorni per rifletterci su”.
Vanno all’attacco immediatamente le opposizioni: secondo Loredana De Pretis, presidente del gruppo Misto-Sel, lo stop di ieri rappresenta “la prima battuta d’arresto per una riforma che non piace a nessuno dei soggetti coinvolti ma che Renzi vuole imporre a tutti i costi. E’ ora che il governo si decida a discutere le sue scelte e a correggere i suoi errori in un democratico confronto con il parlamento. Noi continueremo la nostra battaglia per battere questa riforma pessima e dannosa per tutti”.
I parlamentari 5 stelle delle commissioni cultura alla Camera e al Senato affondano: “Non ha voluto ascoltare il grido d’allarme del mondo della scuola, ora vediamo se Renzi farà finta di non sentire nemmeno il clamoroso tonfo della sua maggioranza qui in Senato. Questa riforma va fermata – continuano -, il governo ormai non può più ignorare né il dissenso aspro che viene da docenti e studenti, né il disagio sempre più diffuso che c’è anche in parlamento e nella sua maggioranza, come dimostra chiaramente questo voto. Delle finte aperture di Renzi non sappiamo che farcene, l’unica strada percorribile è procedere solo con le assunzioni e poi riscrivere da capo tutto il resto”.
Per Renato Brunetta lo stop è solo il primo passo di un confronto di logoramento: “Avevamo detto che sarebbe stato un Vietnam. Questo è solo l’inizio”.
Sdrammatizzano, invece, i senatori PD: “Il Pd era rappresentato in commissione da tutti i suoi componenti che si sono espressi in maniera positiva sul parere da esprimere – spiega la senatrice Doris Lo Moro – E’ evidente che mancavano rappresentanti delle altre forze politiche di maggioranza. Si tratta a nostro parere, comunque, di un infortunio che non pregiudica in alcun modo il percorso della riforma della scuola a Palazzo Madama”.
“Si è trattato di un incidente tecnico che non cambia il percorso della riforma della scuola – dice il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda – I senatori del Partito democratico erano tutti presenti in commissione. Un gruppo di maggioranza non ha ricevuto l’avviso del voto ed era assente. Una questione puramente tecnica”.
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