“Non ho problemi sui numeri, posso fare la riforma della scuola anche domattina, anche spaccando il Pd ma lo riterrei un errore politico, stessa cosa sulle riforme. Se vogliamo discutere tra di noi,facciamolo, ma serve un codice di condotta interno, che va approvato, senza diktat”. E’ un Renzi aperto al dialogo, ma anche estremamente deciso quello che ha aperto ieri la direzione del PD per analizzare l’esito delle recenti elezioni regionali.
Il tema della scuola, ovviamente, è tornato nella parole del premier in diverse occasioni: “Prendiamoci altri 15 giorni – ha aggiunto Renzi, invitando alla calma e alla riflessione – Ma allora facciamo assemblee in tutti i circoli del Pd, entriamo nel merito. La riforma della scuola la facciamo per i ragazzi e non per assumere 200mila persone, per i ragazzi e non come ammortizzatore”.
Poi una stoccata a quanti, sindacati e professionisti del settore, ma anche colleghi e affiliati di partito, hanno fortemente criticato la riforma: “Non accetto idea che stiamo distruggendo scuola pubblica quando abbiamo messo più soldi di tutti. E’ la cosa più preziosa che abbiamo”.
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