Riforma dei test di ingresso, approvata risoluzione alla Camera: “Più posti per Medicina”

Via libera all’unanimità al provvedimento. Casa (M5s), presidente della Commissione: “Bisogna rispondere alla crescente domanda di salute e dare al Paese standard di assistenza adeguati. Per farlo occorre partire dalle università”. Ora si aspetta il decreto della ministra dell’Università Cristina Messa
Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse 03 Settembre 2020 Roma (Italia) Cronaca : Test per accedere alla facoltà di medicina all’università della Sapienza Nella Foto: una delle aule con i posti distanziati Photo Cecilia Fabiano/LaPresse September 03 , 2020 Roma (Italy) aptitude test to access the medical school In the pic : classroom organized in compliance with the rules against the spread of the virus

Approvata all’unanimità dalla Commissione Istruzione della Camera la risoluzione che chiede di cambiare i test d’ingresso per i corsi di laurea a numero chiuso, tra cui quello di Medicina e Odontoiatria. I cambiamenti entreranno in vigore già a partire dal 2022, ma incideranno in modo più determinante dal 2023: “Un passo decisivo per rivedere i criteri di selezione nell’accesso a Medicina”, ha commentato Vittoria Casa del Movimento 5 stelle, presidente della Commissione. Ora servirà un decreto della ministra dell’Università Cristina Messa nel quale dare concretezza a questi principi condivisi. La riforma prevede inoltre un aumento del 10% del numero degli ammessi a tutte le facoltà a numero chiuso, così come il progressivo superamento definitivo del cosiddetto ‘imbuto formativo’ causato dalla carenza di borse di specializzazione medica lauream. Per Medicina sarebbero 1400 posti in più rispetto i 14.020 dello scorso anno.

Il nuovo test

Stando a quanto previsto dalla risoluzione, coloro che parteciperanno ai test già quest’anno vedranno meno domande di cultura generale e più su materie tecniche. Inoltre, per garantire a tutti pari opportunità, verrà messo a disposizione gratuitamente materiale per la preparazione. Dal prossimo anno, invece, come accade già per altri corsi di laurea, l’accesso programmato diventa un percorso: da un lato, si investirà su orientamento e formazione sin dalle scuole superiori e, dall’altro, si trasforma il “quizzone” in un test di orientamento e ingresso che può essere ripetuto.

Coloro che si stanno preparando per partecipare alle prove per l’accesso programmato ai corsi di Medicina quest’anno, non avranno grandi stravolgimenti rispetto al passato: la modalità di esecuzione resta la stessa con una giornata unica in tutta Italia e con la prova in presenza e su carta, mentre si interviene sulle tipologie di domande; le novità maggiori dall’anno prossimo. “Sono tutte misure che consentono un percorso di preparazione che sia il più equo per tutti: chiediamo agli atenei di tenere corsi di formazione gratuiti, ci saranno test attitudinali che i ragazzi potranno svolgere per auto-valutarsi, investiamo nell’orientamento sia con fondi PNRR sia con risorse nazionali, anche andando nelle scuole per aiutare i ragazzi a scegliere. Vogliamo sostenere i sogni dei giovani e consentire loro di fare scelte consapevoli”, ha detto la ministra Messa.

Il commento degli studenti

“È necessario però evidenziare, ancora una volta, il mancato coinvolgimento e confronto con gli studenti su un tema che interessa decine di migliaia di candidati ogni anno – afferma Giovanni Sotgiu, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari -, nonché la mancanza di un dialogo costruttivo che possa portare ad un ripensamento complessivo del modello attuale volto al superamento del numero chiuso, ancora oggi escluso dalle prospettive della riforma”.

“Da sempre, infatti denunciamo l’illegittimità e le limitazioni del numero chiuso e dei test d’accesso, che di fatto non conducono ad una reale valutazione della popolazione studentesca ma ad una scrematura volta a celare la scarsità di investimenti in formazione e infrastrutture. – continua Sotgiu– In questo senso, il numero chiuso rappresenta la mancata volontà di investire in Istruzione, Università e Ricerca in modo strutturale, anche alla luce di una crisi pandemica che ha messo in ginocchio il nostro sistema sanitario nazionale. Nonostante la riforma alle porte si configuri come un intento di revisione di un sistema obsoleto, ribadiamo la necessità di superare il numero programmato nazionale e il doppio imbuto formativo legato sia alla selezione e accesso al corso di laurea, che ai percorsi di specializzazione di Medicina.”

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