Resa dei conti della scuola italiana: i test INVALSI sembrano non offrire una rosea fotografia delle competenze linguistiche e matematiche dei nostri figli. È uscito il rapporto sintetico sui risultati della prova Invalsi di terza media, condotto sul campione statistico e pubblicato il 5 agosto scorso sul sito dell’Invalsi.
La prova contiene due sezioni, una relativa alla Matematica e una all’Italiano, quest’ultima articolata a sua volta in tre sezioni con quesiti relativi alla comprensione di un testo narrativo, di uno espositivo e quesiti relativi alle conoscenze grammaticali. La prova ha coinvolto circa 585.000 iscritti nelle circa 5.900 scuole secondarie di primo grado del Paese.
Le specifiche analisi tecniche condotte sugli strumenti di rilevazione degli apprendimenti indicano che le prove nel loro complesso sono altamente affidabili in termini di coerenza interna e singoli quesiti non presentano tratti di ambiguità e sono in grado di far emergere i diversi livelli di abilità degli studenti (Cfr. Figure 3 e 4). In generale le prove non sono risultate difficili. I quesiti sono stati raggruppati in tre livelli crescenti di difficoltà. Nel complesso gli studenti che hanno preso parte alla Prova nazionale hanno risposto in modo corretto al 60,4 per cento delle domande d’Italiano.
Per la parte più facile della prova, cioè per i quesiti di livello 1, la maggiore difficoltà è stata riscontrata nelle domande relative al testo espositivo, mentre risultati migliori si sono avuti nei quesiti di grammatica. Tra domande più difficili, il testo narrativo si è rivelato quello relativamente più semplice. Al contrario le maggiori difficoltà si sono invece avute rispetto alle domande di grammatica, per le quali le risposte corrette sono state poco più di un terzo. Il 21.6% dei quasi 600.000 studenti ha conseguito voti dall’8 al 10 contro un 36.7% di insufficienze e un 21.6% di sufficienze.
Percentuali che tuttavia registrano una distribuzione a macchia di leopardo, data la disomogeneità del nostro tessuto economico-industriale culturale. Le regioni del Nord hanno segnalato con una media di risposte di italiano corrette del 64.6. Le regioni meridionali hanno un ritardo di 9 punti rispetto al Nord e di 6 rispetto al centro, ma se analizziamo le statistiche a livello locale, di nuovo siamo sorpresi dalla diversa distribuzione dei risultati: Campania (che migliora per la matematica), Sicilia e Calabria (50.4% di risposte giuste), contro regioni come Abruzzo (61.6%), Molise (59.6%), Sardegna e Basilicata (58.8%) che registrano una quota di risposte pari o superiore alla media nazionale.
La comprensione del testo ha invece fatto registrare una media del 60% di risposte giuste. A questa distonia di risultato tra il test grammaticale e la prova di comprensione, Pietro Cipollone, presidente dell’Istituto ha commentato così il risultato: “Per italiano, la grammatica per quanto riguarda le domande più difficili, ma il vantaggio è che in questo campo è la scuola che può molto, perché il risultato non dipende dalle condizioni culturali della famiglia come per la comprensione.” Non sappiamo se sia un vantaggio, ma di certo l’abilità grammaticale è una parte fondamentale dell’abilità linguistica e cogntiva.Probabilmente lo scarso uso della grammatica in ambito amicale, televisivo e sociale non aiuta i ragazzi a fargli comprendere il valore sia formale che sostanziale dell’utilizzo della grammatica per una corretta espressione verbale e pertanto comunicativa.
Marche e Puglia avanzano sopra la media in campo matematico. Ritardi più significativi sono presenti in Calabria, Sicilia, Campania e, in minor misura, in Sardegna. Complessivamente i test di matematica hanno avuto il 51% dei risposte giuste. Tuttavia un’area di criticità della nostra scuola è certamente la conoscenza relativa agli ambiti di Numeri e Spazio e figure (geometria) da parte degli studenti più deboli e in qualche misura anche di quelli con livelli di abilità intermedia. Al contrario i divari tra le tipologie di studenti negli ambiti relativi a Relazioni e funzioni e a Misura, dati e previsioni sembrano meno ampi.
Si confermano le differenze di genere: i ragazzi conseguono risultati significativamente più bassi di circa 1,9 punti percentuali rispetto alle ragazze nelle domande di Italiano e significativamente superiori di circa 2,1 punti percentuali in quelle di Matematica. È difficile attribuire queste ampie differenze a fattori come l’indirizzo di studio (si tratta di scuola media unica) o la segmentazione degli studenti tra scuole sulla base del genere o il background familiare. Esse hanno probabilmente molto più a che fare con le pratiche didattiche e con la loro interazione con il genere dello studente.
Si apre dunque una valutazione sociologica da non sottovalutare. La differenza dei risultati di apprendimento tra studenti, specialmente per quella parte che non attiene alle inclinazioni e all’impegno degli allievi, è un indicatore di equità delle opportunità che un sistema scolastico offre ai proprio utenti.
La Prova nazionale è una prova standardizzata. Negli ultimi anni nel nostro Paese sono state realizzate altre rilevazioni mediante prove standardizzate, come OCSE-PISA rivolte ai quindicenni e IEA-TIMSS che, limitatamente alla matematica e alle scienze, coinvolge proprio ragazzi dell’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado. Pur con la necessaria prudenza dovuta alle differenze tra le tre rilevazioni messe a confronto, si riscontra una forte assonanza tra i risultati della Prova nazionale e quelli delle indagini internazionali.
Pertanto le informazioni al momento disponibili indicano che i risultati della Prova nazionale sono coerenti con altri indicatori esterni ed indipendenti circa la consistenza di quella quota di ragazzi che al termine del primo ciclo presentano deficit di apprendimento.
Perché i giovani mostrano indifferenza verso la grammatica e perché si tollera quest’assenza di disciplina normativa che è alla base del “sapere” e del saper essere”. Un giovane, non quattordicenne, ma oltre i 25 anni mi dice con fare assertivo “ La punteggiatura non deve essere seguita pedissequamente (aggettivo dal sapore arcaico0), la sintassi è flessibile al nostro estro creativo e non si può restringere il pensiero in rigidità lessicali e normative” Forse non ci eravamo accorti di esserci trasformati in vetusti pensatori di una neo conclamata pseudo- accademia della Crusca? Tra l’altro a pensarci bene, in un periodo ossessivo per l’alimentazione integrale, eccoci involontari protagonisti della fossilizzazione letteraria. Ma stanno realmente così le cose? Forse bisognerebbe ricordare a una parte della new generation che Picasso, prima di creare il “Guernica”, dipinse la classicità. Non si può decostruire, senza prima costruire. E poi, possiamo dirlo? Era Picasso.
Matematica e grammatica sono elementi fondanti per l’alfabetizzazione linguistica e scientifica.
Per leggere il rapporto integrale INVALSI, consultare il sito dell’istituto.
Rapporto Invalsi: quali lacune da colmare
Resa dei conti della scuola italiana: i test INVALSI sembrano non offrire una rosea fotografia delle competenze linguistiche e matematiche dei nostri figli. È uscito il rapporto sintetico sui risultati della prova Invalsi di terza media, condotto sul campione statistico e pubblicato il 5 agosto scorso sul sito dell’Invalsi.La prova contiene due sezioni, una relativa alla Matematica e una all’Italiano, quest’ultima articolata a sua volta in tre sezioni con quesiti relativi alla comprensione di un testo narrativo, di uno espositivo e quesiti relativi alle conoscenze grammaticali. La prova ha coinvolto circa 585.000 iscritti nelle circa 5.900 scuole secondarie di primo grado del Paese.