È stato presentato questa mattina a Roma il Rapporto “Municipium 2012”, realizzato grazie alla collaborazione del Censis e della Rur (Rete Urbanistica delle Rappresentanza).
L’incontro ha visto la partecipazione ed il confronto di esperti del settore, architetti e professionisti. Anche il Corriere dell’Università era presente.
Ad aprire il dibattito è stato Giuseppe Roma, Segretario Generale della Rur e Direttore Generale del Censis, che ha fatto una profonda riflessione sul ruolo delle città nel nostro Paese. “A mio avviso il tema della città in Italia non ha lo stesso rilievo come accade negli altri paesi- ha esordito Roma – Al contrario, ritengo che la questione sia fondamentale. Le città sono proprio quegli elementi che generano i nuovi valori rispetto a cui poi le società si evolvono. Oggi più che mai serve una rigenerazione delle città, attraverso una mobilitazione cittadina e, soprattutto, una cultura diversa”.
Sono tanti i temi affrontati nell’indagine del Censis. In primo luogo la mobilità: uno dei dati più impressionanti riguarda la spaventosa crescita del numero dei pendolari. In Italia si è passati, infatti, dai 13milioni del 2007 ai 14milioni del 2012. Oggi i pendolari rappresentano più del 23 % della popolazione con più di 14 anni. In pochi anni si è assistito, dunque, all’incremento del numero di pendolari che ha superato il milione di unità. Secondo le stime ogni giorno il 43 % di lavoratori e studenti con più di 18 anni si reca in un comune diverso da quello di residenza.
L’indagine analizza proprio i comportamenti dei cittadini all’interno delle reti urbane. Altro problema fondamentale, soprattutto per giovani e studenti, è quello dell’accessibilità digitale. Più del 61 % dei giovani considera il wi-fi urbano un servizio fondamentale, al pari dell’energia elettrica.
Alla presentazione hanno preso parte anche architetti di fama internazionale, quali Paolo Desideri e Massimiliano Fuksas. In particolare proprio quest’ultimo ha rivolto un pensiero ai più giovani. “Il dato che più mi impressiona riguarda tutti coloro che lasciano il nostro Paese. Tra i motivi, in particolare, la criminalità organizzata ricopre solo una parte marginale. Uno dei motivi principali per cui i giovani abbandonano l’Italia risiede nell’inefficienza della pubblica amministrazione e nella cattiva politica. C’è un’intera generazione che va via a causa della politica”.
Raffaele Nappi