Ieri sera è stata recapitata a palazzo Chigi la bozza del “Recovery Plan” da approvare in consiglio dei ministri (Cdm) questa sera. Alle 21 e 30 i ministri Bellanova e Bonetti insieme agli altri componenti dell’esecutivo daranno il loro assenso al programma di rilancio dell’economia, prima di aprire ufficialmente la crisi di governo.
Le dichiarazioni dell’ultim’ora non sono rassicuranti, esemplificativa è quella di Rosato capogruppo di Italia viva alla Camera: “fatte modifiche al Recovery Plan, ma non è strategico”.
Poche le modifiche al programma rispetto a quello che avevamo anticipato ieri, se non piccoli aggiustamenti che per completezza comunicheremo a bozza approvata dal Parlamento. Quel che è certo è il saldo finale di circa 222 miliardi, di cui 209 previsti dal Recovery Plan, altri 13 provenienti dal bilancio annuale della commissione europea, il cosiddetto quadro finanziario pluriennale.
https://drive.google.com/file/d/12Tnybq9TNfG7jYVzVAh9gusmerlghcnF/view
Dalla bozza che trovate qui, sono elencati generici obiettivi di principio e le risorse assegnate a singole aree di intervento come la cultura, l’istruzione, il lavoro, la ricerca, la transizione energetica e via dicendo. Quello che sarà interessante osservare è il dopo, ovvero, il momento in cui i singoli ministeri dovranno dare forma e sostanza ai propositi enunciati, attraverso una programmazione fatta di progetti, tempi ed obiettivi.
Mi permetto di segnalare che in questo c’è il rischio che ognuno vada per la sua strada e che venga meno una visione complessiva che sappia traghettare il Paese verso il futuro. Un passaggio storico che non possiamo sottovalutare e sul quale credo che ognuno di noi debba dare il proprio contributo, da qualunque posizione operi.
Ricordiamoci poi che le risorse a fondo perduto e quindi certe, sono solo una parte dei 209 miliardi, le altre vanno guadagnate convincendo Bruxelles della bontà e della coerenza delle nostre scelte. Se guardiamo alla precedente programmazione settennale non c’è tanto da rallegrarsi, abbiamo speso molto poco e male.
Ma aspettiamo questa sera, il teatrino della politica italiana può riservarci ancora tante sorprese, anche se sull’approvazione del Recovery Plan ha messo un’ultima parola il capo dello stato, Sergio Mattarella, e non vogliamo credere che il senatore Renzi voglia sfidare anche il Quirinale.
Mariano Berriola
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