Quante ore lavorano gli insegnanti nel resto d’Europa?

ore di lavoro insegnanti

Sta facendo molto discutere la proposta del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini di aumentare il carico di ore lavorative degli insegnanti italiani. Ma qual è la situazione negli altri Paesi europei? Quanto lavorano i colleghi francesi, tedeschi o spagnoli? Una tabella diffusa dal sindacato Cisl Scuola e corredata da dati Ocse mostra come l’attuale monte ore imposto ai docenti italiani sia già perfettamente in linea con quanto stabilito nella maggior parte dei Paesi appartenenti all’Eurozona.

Non solo, stando a quanto riportato nel comunicato del sindacato “il tempo di lavoro in aula degli insegnanti italiani è superiore a quello medio dei loro colleghi”, questo perché , in Italia, le ore di lezione sono di 60 minuti pieni, mentre altrove non superano i 45-50 minuti.

La tabella, che riportiamo di seguito, riporta i dati si riferiscono agli ordini di scuola – previsti negli ordinamenti dei vari Stati – riconducibili ai segmenti in cui si assolve l’obbligo di istruzione. Non vengono ripresi, quindi, i numeri relativi alla scuola dell’infanzia, dove tuttavia, i docenti italiani garantiscono un monte ore tra i più alti rispetto ai colleghi europei.

Orario settimanale di insegnamento dei docenti (2010-2011)

Paese Sc. Primaria Sc. Secondaria I grado Sc. Secondaria II grado
Media UE 19 18 16
Italia 22 18 18
Germania 20 18 18
Francia 24 17 14
Regno Unito 32 (*) 32 (*) 32 (*)
Spagna 25 18-21 18-21
Austria 18 17 17
Belgio 21 19 18
Olanda 40 (**) 40 (**) 40 (**)
Finlandia 18 16 15
(*) Disponibilità complessiva di ore a scuola
(**) Numero totale ore di lavoro

 

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  1. Quanti di questi insegnanti resterebbero al loro posto se dovessero lavorare per 40 ore settimanali (fuori casa) e con i giorni di ferie pari ad un impiegato con il loro stesso titolo di studio? Forse sarebbero meno acidi con i genitori che lavorano ed hanno poco tempo per stare con i loro figli!!!
    Tanta ironia nei loro commenti, chissà se sono altrettanto bravi ad insegnare le loro materie ai ragazzi? Io conosco pochi insegnanti bravi e tanti invece che hanno scelto l’insegnamento per avere più tempo a disposizione e che non si degnano neppure di preparare la lezione prima di andare in classe o che dopo mesi di scuola non ricordano i nomi dei ragazzi che seguono da mesi!!

  2. Sono figlia di un’insegnante che adorava il suo lavoro e non se n’è mai lamentata. Le piaceva la scuola e le piacevano i bambini. Mia madre sosteneva che lo stipendio che riceveva era più che dignitoso. Io vorrei che lo Stato investisse SOLO sulla scuola e sulla cultura perchè è questo che forma un Paese; vorrei che gli insegnanti non vivessero più lo stato di precarietà che li accompagna da anni. Ma vorrei che gli insegnanti si rendessero conto che, rispetto a tutti gli altri lavori, sono quelli messi meglio. Io ho una laurea e sono un’impiegata che guadagna meno di mille euro al mese lavorando 30 ore a settimana con orari spezzati. I miei colleghi che lavorano 38 ore arrivano a 1200 euro con gli assegni famigliari. Allora vorrei capire perchè diavolo in Italia, con la situazione che tutti viviamo ogni giorno, gente che supera i 1400 euro lavorando 18 ore a settimana (diciamo pure 24 ore) e con le vacanze di due mesi e mezzo, più quelle pasquali, più quelle natalizie, debba lamentarsi dello stipendio! Io sono d’accordo a che loro guadagnino pure 4000 euro al mese, perchè le responsabilità sono tantissime e nelle loro mani sta la formazione culturale di tanti ragazzi. Ma lavorando 40 ore a settimana e andando a scuola anche a luglio e agosto per preparare e organizzare il nuovo anno. Faranno 3 settimane di ferie all’anno come tutti e lavoreranno 8 ore al giorno. A quel punto… strapagateli, perchè un insegnante è la persona più importante dopo i genitori nella vita di un ragazzo.

  3. Qualche precisazione sull’orario di lavoro degli insegnanti. Premesso che (purtroppo) l’orario di lavoro è molto variabile in base alla materia di insegnamento, un insegnate di scuola superiore lavora, da contratto: 18 ore settimanali di lezione + 40 ore/anno per attività collegiali (collegi docenti) + 40 ore/anno per attività funzionali all’insegnamento nell’ambito delle classi e della materia (consigli di classe e programmazione didattica per materia) + ore indefinite per scrutini e colloqui con i genitori (più di ulteriori 40/annue). Su 43 settimane di attività scolastica, queste attività extra aggiungono, nel complesso, circa tre ore a settimana.
    Poi, un insegnante con un un minimo di coscienza dedicherà alla preparazione delle lezioni e correzione dei compiti almeno un paio di ore al giorno (c’è molta differenza in base alla materia: docenti di matematica, fisica, lettere, latino, greco dedicheranno molte più ore alla correzione dei compiti, rispetto ad altri…). Siamo passati così da 18 a 31 ore settimanali. Sono escluse da queste le ore dedicate alla compilazione dei verbali, delle valutazioni, della programmazione didattica, dei bilanci di fine anno, della formazione obbligatoria e dell’aggiornamento.
    Per quanto riguarda le ferie, anche qui ci sono notevoli differenze in base alla materia di insegnamento. Tutti gli insegnati sono in servizio, da contratto, fino a fine giugno, per le loro 18 ore settimanali. Cè quindi un alleggerimento di carico per gli insegnanti che non sono coinvolti negli esami perché nn avranno lezioni, né compiti da preparare. Come sempre gli insegnanti di matematica e lettere sono i più impegnati perché sono obbligatoriamente inseriti nelle commissioni d’esame e quindi dovranno lavorare almeno fino a metà luglio, e spesso oltre (con un rimborso spese del tutto simbolico): il loro tempo per le ferie si riduce dai fantomatici 3 mesi a 1 mese e mezzo, ovvero sei settimane (30 giorni), come per quasi tutti i dipendenti. Il 1 di settembre si ricomincia con la programmazione didattica.
    31 ore di lavoro (minime, perché un insegnate più che coscienzioso dedica alla preparazione delle lezioni e all’aggiornamento ben più di due ore a settimana) non giustificato uno stipendio base di 1300 euro, soprattutto se si ammette che l’insegnate è un professionista altamente qualificato. E se vogliamo che i docenti siano capaci, più che appassionati, lasciamo perdere i discorsi sulla vocazione.

  4. Ma se è COSI’ facile fare l’insegnante, se lavoriamo COSI’ poco, perchè non lo fate voi?
    Provate a tenere, ad interessare, a spiegare qualcosa a 25/30 persone. Provate CONTEMPORANEAMENTE a far caso all’attenzione di tutti, ai bisogni di tutti, a gestire le uscite, a interrogare, sempre CONTEMPORANEAMENTE, senza che il resto della classe diventi un inferno. Provate ANCHE a rispondere senza autoritarismo a tante domande delle più disparate.
    In poche parole, provate a FORMARE 25/30 giovani alla volta.
    E’ facile?
    Fatelo voi.
    Venite in classe ad assistere, per lo meno, invece di sparare cazzate.
    Se voi ragionate solo a peso… beh… mi spiace per i vostri figli! Chiaro che dopo hanno bisogno di noi!

  5. 1) siete anche educatori e al sig Macchioni dico: ti hanno assunto x insegnare cosa? e chi verifica che lo fai bene?
    2) Se non siete contenti, cercatevi un altro lavoro.
    3) Signor longo, la sua ironia e’ fuori luogo. Che cosa insegna al liceo e perche’ ha fatto l’insegnante e non altro?
    4) Quanto ad educare, la squola (q voluta) serve a questo! e deve servire a questo e non solo a fornire nozioni che nessuno ricordera’ una volta uscito di li’. Serve a formare i futuri cittadini, per cui fatevi un esame di coscienza.
    5) Io ricordo molti miei insegnanti con piacere ed orgoglio e devo dire che mi hanno educato!
    Ho scelto la facolta’ e il mio lavoro grazie al mio insegnante di fisica del liceo e non perche’ avevo la scienza nel DNA!
    Credo che l’educazione e l’indirizzo dei giovani nonche’ il fornire loro una metodi di valutazione critica e di metterli nella migliore condizione per affrontare la vita.
    Quindi scendete dal piedistallo per favore!

  6. come gran parte dei pubblici dipendenti,gli insegnanti, pensano esclusivamente al loro tornaconto.Proviamo a paragonarli a ingegneri o ad altri laureati che lavorano nel settore privato,in impianti chimici a rischio e che a fine mese portano a casa uno stipendio a volte inferiore al loro,che hanno 3 settimane di ferie all’anno di cui molto spesso non riescono ad usufruire per impegni di lavoro.Ho conosciuto laureati, provenienti dalla scuola, che hanno sperimentato il lavoro nel settore privato,probabilmente perchè in aspettativa.Nel volgere di alcuni mesi sono tornati sui loro passi,perchè spaventati dalla mole di lavoro, dalle responsabilità,dalla mancanza di libertà e dagli orari illimitati.

  7. Fategli fare i 36 giorni di ferie che hanno in un anno, e non 2 settimane a Natale, una a Pasqua e quasi tre mesi a casa in estate. Fanno poche ore settimanali e si lamentano perché ne hanno 40 annuali per riunioni, consigli e assemble, o fanno qualche ora a correggere le verifiche. In Italia è una categoria privilegiata,anche troppo. Fateli lavorare anche in estate.

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