Proteste contro Israele, il monito della Bernini: “Le università non sono zone franche. A Torino atti intimidatori”

La ministra dell’Università torna a parlare del clima di tensione che si sta registrando negli atenei italiani: “Protestare non significa commettere reati. Rettori sono d’accordo con me”.

“Le Università non sono zone franche dove si fanno passare i reati per libera manifestazione del pensiero”: è quanto ha dichiarato la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini intervenendo alla trasmissione radiofonica 24 Mattino tornando sul clima di forte tensione che si è registrato in queste ultime settimane all’interno degli atenei italiani. “Sfondare una vetrata, impedire alle persone di parlare è reato dentro e fuori l’Università e come tale deve essere trattato. Questo non è consentito a nessuno e sono certa che i rettori che sono i custodi dell’ordine e della sicurezza all’interno delle loro Università, non possono non essere d’accordo con me”.  

“Non voglio sottovalutare né drammatizzare, ma non intendo dare l’idea di Università lassista o con il ventre molle” ha aggiunto la ministra parlando anche delle polemiche sui bandi di collaborazione con gli atenei di Israele, perché le tecnologie studiate potrebbero essere usate anche per scopi militari. “Il tema del dual use è un concetto talmente vago che si può applicare a tutto e molto spesso viene utilizzato come contestazione della politica di Netanyahu. Si può contestare il premier israeliano ma questo non legittima l’attacco allo Stato e al popolo di Israele”.

“L’università è per definizione il luogo in cui tutte le idee, tutte le opinioni, anche le più radicali, anche le più fastidiose, si devono incontrare ma chi vuole essere ascoltato, deve imparare ad ascoltare – ha specificato ancora la Bernini – Ho incontrato i rettori un paio di settimane fa, precisando che, per quanto ci riguarda come governo, non è una minoranza, super minoritaria ma rumorosissima, che può determinare degli eventi all’interno di una comunità accademica. Eventi, che hanno come vittime prima di tutto gli studenti. In particolare, agli atti compiuti a Torino da alcuni gruppi studenteschi hanno sicuramente un sentore intimidatorio” ha concluso la ministra.

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