Profumo e Fornero mancano all’appello, gli studenti in protesta


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Sono studenti della Sapienza, giovanissimi e tanto preoccupati per il loro futuro. Questo è il quadro dei ragazzi che hanno manifestato davanti alla sede del rettorato dove si stava tenendo un convegno del consorzio Almalaurea sui dati della disoccupazione giovanile italiana.

Sono ragazzi che leggono i giornali, informati, che vivono la vita e politica universitaria come Marina che ai nostri microfoni ha spiegato quanto sia difficile essere un giovane italiano. “Siamo estremamente preoccupati per il nostro futuro. Ci hanno detto di studiare e l’abbiamo fatto, ci hanno detto di partecipare e abbiamo partecipato. Eppure i dati Almalaurea parlano chiaro. Cosa dobbiamo fare?”. Un volantino “lettera” destinato ai ministri Profumo e Fornero che avrebbero dovuto partecipare al convegno, girava tra le mani dei ragazzi che nel momento in cui hanno appreso che i due Ministri non sarebbero arrivati, hanno parlato con forza ai loro megafoni chiedendo dialogo, chiedendo risposte concrete alle loro tante domande.

“Il governo dei tecnici e dei professori non è affatto distante dal berlusconismo – ha continuato Marina – ripartire dalla riforma Gelmini è inaccettabile per tutti noi”. I fondi ci sono, è questa la profonda convinzione di questi studenti che si domandano “perché la Tav e non investimenti sui giovani?”.

“Non crediamo più alle favole di chi dice che il nostro debito nasca dall’eccessiva spesa pubblica in welfare e politiche sociali – spiegano – sappiamo bene che la spesa pubblica nel nostro Paese è sempre stata molto inferiore alla media europea, così come inferiori sono statele tasse su patrimoni e rendite. Impossibile sostenere che l’istruzione italiana abbia vissuto nel lusso: noi negli ultimi anni abbiamo visto solo tagli”.

Il debito non l’abbiamo creato noi – urlano al megafono e sostengono nella nota – noi che studiamo in aule troppe affollate perché la Gelmini ha bloccato il turn over, che non riceviamo più la borsa di studio perché hanno tagliato più del 50% il fondo nazionale o che non abbiamo più biblioteche per studiare. Non l’abbiamo creato noi che facciamo sacrifici per pagare affitti altissimi, spesso in nero”.

Non manca una riflessione sull’8 marzo, gli studenti infatti chiedono al Ministro Fornero in che modo si possa parlare di diritti delle donne in Italia se le conseguenze delle politiche dell’austerity e la precarietà colpiscono soprattutto le donne, costrette sempre più a scegliere tra lavoro e lavoro di cura.

Martina Gaudino

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