Professionisti in società e ricercatori in azienda

Il ddl sulla stabilità, atteso in Commissione Bilancio al Senato e successivamente alla Camera, contiene il maxiemendamento, approvato dal Consiglio dei ministri. Tra i punti inerenti al mondo del lavoro: la riforma degli ordini professionali e il credito di imposta per i ricercatori.

Società tra professionisti. Nello spirito della riforma sugli ordini professionali, si conferma la volontà legislativa di definire nuove modalità di esercizio per l’attività professionale, tra cui, la costituzione di società per l’esercizio di attività professionali, secondo i modelli societari regolati dal codice civile, in linea con i criteri normativi internazionali. Si stabilisce l’esercizio in via esclusiva dell’attività professionale da parte dei soci, che dovranno essere professionisti iscritti ad ordini, albi e collegi, anche in differenti sezioni, e cittadini dei paesi membri dell’Unione europea, purché in possesso del titolo di studio abilitante. In merito a soggetti non professionisti, potranno partecipare soltanto per prestazioni tecniche o con una partecipazione minoritaria, o per finalità di investimento, fermo restando il divieto per tali soci di partecipare alle attività riservate e agli organi di amministrazione della società. La partecipazione ad una società è incompatibile con la partecipazione ad altra società tra professionisti. La manovra intende favorire i professionisti italiani che hanno bisogno di esplorare nuove forme di esercizio dell’attività professionale, soprattutto in questo periodo di crisi economica che richiede sinergie e multidisciplinarietà e la necessità di individuare strumenti in grado contrastare la concorrenza esercitata da soggetti professionali stabiliti in altri Paesi UE ben più attrezzati sul piano delle disponibilità finanziarie e strumentali.

Credito di imposta per la ricerca. In merito al legame indissolubile tra PMI e ricerca si prevede un credito di imposta per la ricerca scientifica. Si riconosce dunque un credito di imposta nella misura del 80 per cento, per i primi tre anni, dei costi sostenuti dalle imprese per nuove assunzioni di giovani ricercatori in possesso di un titolo di dottorato o master o di aver esperienza di ricerca attestata da qualificata struttura di ricerca pubblica o privata, aventi età inferiore a 30 anni, con contratto a tempo indeterminato, ovvero nella misura del 50 per cento con contratto a tempo determinato per ogni anno di durata del contratto”. Il credito di imposta si estende alle imprese che finanziano investimenti in progetti ed attività di ricerca sviluppata da strutture interne, anche in collaborazione con Università ovvero Enti pubblici di ricerca e organismi di ricerca. Con il completo assorbimento delle disponibilità identificate nella disposizione, si prefigura un incremento occupazionale stimabile intorno al 0,2 per cento dello stanziamento complessivo.

a.c.

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