Professione attrice

Per Alessandra Battaglia, oggi attrice e doppiatrice, chi si ammala di teatro non potrà guarirne mai più. Ma il percorso per diventare attori non è dei più facili. Per questo ai ragazzi che vogliano intraprendere questa strada consiglia una formazione ad hoc: un’accademia pluriennale e di non fermarsi mai.

Per Alessandra Battaglia, oggi attrice e doppiatrice, chi si ammala di  teatro non potrà guarirne mai più. Ma il percorso per diventare attori non è dei più facili. Per questo ai ragazzi che vogliano intraprendere questa strada consiglia una formazione ad hoc: un’accademia pluriennale e di non fermarsi mai. Corsi e workshop molto diversi sul corpo e la voce sono poi fondamentali per crescere.  

Alessandra, il Dams è stato un trampolino di lancio per la tua professione?
Il mio percorso come attrice è iniziato a 17 anni, quando ho iniziato a frequentare il primo corso di formazione per attori e l’anno successivo mi sono iscritta ad un’accademia triennale di teatro. Successivamente mi sono diplomata anche come doppiatrice e ho frequentato diversi workshop e corsi di formazione per completare la mia ricerca di attrice. Quando, dopo il liceo, mi sono trovata a scegliere cosa fare all’università, ho immediatamente scelto il Dams perché desideravo avere una preparazione completa sul cinema e sul teatro anche dal punto di vista storico, teorico e critico. Sapevo già all’epoca che sarebbe stato un percorso di studi parallelo a quello pratico che facevo nella scuola per attori. Un percorso complementare e assolutamente indispensabile.

Quali sono state le esperienze e gli studi che ti hanno realmente formato?
Sin da piccola sono sempre stata molto curiosa ed “affamata” di conoscenza teatrale, quella conoscenza che è fatta di molte abilità e sapienze. Il percorso di questi 14 anni è stato densissimo di apprendimento e di esperienze lavorative e formative. Sicuramente il corso di laurea in Dams mi ha permesso di comprendere molto più a fondo quello che stavo vivendo e sperimentando in quegli anni ogni giorno sul palcoscenico, sia durante le lunghe giornate di prove che durante gli spettacoli. A livello di studi mi ha aiutato a crescere artisticamente lo studio del metodo Stanislavskij, del metodo Strasberg, lo studio della logopedia e del doppiaggio, la danza e la clownerie. La cosa che sicuramente mi ha fatto crescere molto artisticamente e umanamente è aver lavorato ininterrottamente per i primi 10 anni della mia carriera, dalla prima accademia in poi, senza scendere un giorno dal palco.

Cosa consiglieresti ai ragazzi che oggi vogliono intraprendere questa strada?
Posso solo che incoraggiare chiunque senta il desiderio di intraprendere il corso di studi in Dams. Un percorso molto ricco, profondo e completo. Ho amato dal primo all’ultimo esame, dal primo all’ultimo libro o dispensa, ho cercato di assorbirne la conoscenza e la sacralità. A chi intraprende questo corso di laurea posso solo consigliare di assaporare ogni pagina, ogni film, ogni spettacolo, ogni racconto dei professori. Che sono davvero eccezionali.

E per chi vuole diventare attore?
Per i ragazzi che vogliano diventare attori ovviamente consiglio un percorso di studi per attore, quindi sicuramente un’accademia pluriennale e poi di non fermarsi mai, ma di continuare a formarsi con corsi e workshop molto diversi sul corpo, la voce e su tutto ciò che la necessità interna e la curiosità li spinge ad indagare. Come diceva il grande Prof.Sammartano, professore di regia, chi si ammala di teatro non potrà guarirne mai più.

Si può riassumere in poche  parole il senso del teatro?
Ci provo attraverso una citazione dovuta. Leo De Berardinis: “Non si può bleffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”.

a.d.r.

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