Prof richiama una studentessa perché utilizza il cellulare in classe: i genitori vanno a scuola e l’aggrediscono

L’episodio è accaduto qualche giorno prima della fine dell’anno scolastico in un istituto della provincia di Piacenza. La docente ha presentato denuncia ai carabinieri.

Aggredita e minacciata dai genitori di una studentessa perché si era permessa di sgridare la ragazza che utilizzava il telefono cellulare in classe: è quanto ha dovuto subire una professoressa di una scuola media della provincia di Piacenza che ha presentato regolare denuncia ai carabinieri.

A date notizia è il sindacato Gilda degli Insegnanti di Parma a Piacenza che ha raccolto la testimonianza della professoressa sull’episodio avvenuto qualche giorno prima della fine dell’anno scolastico. “La docente nei giorni successivi ha persino temuto per la sua incolumità” raccontano dal sindacato – Lei ha presentato regolare denuncia all’autorità giudiziaria, chiedendo inoltre alle autorità scolastiche di provvedere a richiedere l’azione difensiva da parte dell’avvocatura dello Stato, così come indicato recentemente dal ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara e come previsto da una norma sin dal lontano 1933”.

L’episodio al centro della denuncia riguarda uno degli ultimi giorni di scuola. In classe la docente nota una ragazza che utilizza il cellulare violando il divieto di utilizzare il telefonino durante l’orario scolastico. A quel punto richiama verbalmente la studentessa che però fa in tempo, prima di spegnere il cellulare, ad avvertire dell’accaduto i genitori con un messaggio su Whatsapp. A quel punto i due genitori si precipitano a scuola, entrano senza permesso all’interno dell’istituto e affrontano in corridoio l’insegnante minacciandola.

“I fenomeni di delegittimazione e vilipendio dell’autorità del corpo docente spesso sono dovuti a un becero aziendalismo che porta a considerare gli studenti e i loro genitori come clienti e a un esasperato permissivismo che calpesta il galateo – aggiunge la Gilda, tramite il coordinatore Salvatore Pizzo sul quotidiano La Libertà –  Non si esclude per il futuro, in casi simili, di chiamare in correità quanti a vario titolo dovessero agire giustificando l’indisciplina, il poco impegno per lo studio e i fenomeni delinquenziali che si consumano ai danni dei docenti”.

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