Concorso scuola, al via il reclutamento Pnrr per circa 35 mila cattedre: ecco come funziona

Nei bandi anche un aiuto ai precari storici. Pronti i due decreti ministeriali, lo scritto sarà a crocette sugli aspetti pedagogici

I concorsi a cattedra targati Pnrr stanno arrivando scritti nero su bianco nei bandi redatti dal ministero dell’Istruzione e del Merito. Lo scorso anno a settembre mancavano 150 mila cattedre, mentre i primi bandi di concorso di quest’annno potranno assicurarne circa 35mila, uno sarà aperto a tutti, il secondo, invece, riguarderà anche chi ha i 30 cfu della nuova abilitazione.

I concorsi consisteranno in una prova scritta da 100 minuti, articolata su 50 quesiti a risposta multipla. Mentre un colloquio orale accerterà la conoscenze del candidato. Potranno concorrere gli abilitati, i precari con tre anni di servizio negli ultimi 5 e, fino al 31 dicembre 2024, chi è in possesso di titolo di accesso e i 24 cfu del vecchio regime. In una seconda infornata, invece, verrà aperto anche a chi ha i 30 cfu della nuova abilitazione.

Scritto a crocette

Il primo bando consisterà in una prova scritta a crocette limitata agli aspetti pedagogici, mentre all’orale, di 45 minuti, verrà lasciato l’onere di verificare le conoscenze sulle materie specifiche. I dettagli sono inseriti nella bozza dei due decreti ministeriale che il ministro Giuseppe Valditara deve ancora firmare, annunciati nelle scorse settimane e previsti dal Dl 75/2023 attualmente in esame alla Camera dei Deputati, attualmente aspettano il parere del Cispi, il Consiglio superiorire della pubblica istruzione.

Ai posti comuni nelle scuole secondarie potranno concorrere varei tipologie di candidati: gli abilitati ad una specifica classe di concorso; chi è in possesso dei 24 Cfu e abilitazione alla classe di concorso come da precedente normativa; chi ha il titolo d’accesso e 30 Cfu come da nuova normativa; i precari con tre anni di servizio negli ultimi 5, anche non continuativi. Mentre per i posti di sostegno è necessaria la specializzazione.

Chi si è abilitato o specializzato all’estero potràò candidarsi se ha ottenuto il riconoscimento o iscriversi con riserva se è in procinto di essere riconosciuto. Se un candidato non abilitato, quindi che non abbia raggiuntop i 24 Cfu o 30 Cfu (vecchia e nuova abilitazione), dovesse vincere il concorso, verrà assunto a tempo determinato e sarà tenuto ad acquistare i crediti mancanti secondo le nuove regole.

La graduatoria aiuta i precari

La graduatoria finale sarà formata da tanti candidati quanti saranno i posti a bando e verrà compilata assegnando fino a 100 punti comulativi delle due prove (duecento in totale). La prova è considerata superata con 70 su 100 in ognuna delle due prove. A questi, per scalare la graduatoria, se ne potranno sommare un massimo di 50 per i titoli. Le graduatorie avranno validità annuale a partire dall’anno successivo a quello di approvazione e perderanno di afficacia con la pubblicazione di quelle del concorso successivo.

Con un occhio di riguardo per i precari storici, a differenza dei vecchi concorsi dove ogni anno di di servizi corrispondeva 1 punto, in quesrti bandi saranno corrisposti 2,5 punti. Mentre per i precari è corrisposta anche una riserva del 30% dei posti disponibili prevista dal governo Draghi per chi ha tre anni di esperienza negli ultimi dieci. Passata questa fase transitoria ai concorsi potranno accedere solo gli abilitati con la nuova procedura.

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