“Prof può andare in pensione, anzi no: ci siamo sbagliati”. L’assurda storia di otto insegnati veneti

pensione

Finalmente in pensione dopo 40 anni di servizio, ma poi arriva il contrordine: “Ci siamo sbagliati, dovete tornare”. È quanto successo a otto docenti veneti, andati in pensione a settembre e richiamati a fine ottobre dalle loro scuole. Un errore nei calcoli e marcia indietro: professori costretti a tornare in aula quando ormai avevano cominciato a progettare la loro nuova vita da pensionati, ma alcuni dei docenti coinvolti non ci stanno e annunciano ricorsi.

I professori richiamati all’insegnamento avrebbero maturato il diritto al pensionamento già nel 2012 se non fosse intervenuta la legge Fornero a posticipare il tutto di cinque anni. Poi, a settembre di quest’anno, il cavillo di legge che permetteva di dare seguito all’agognato progetto di pensionamento: per legge, infatti, se ci sono esuberi in una classe di concorso e avendo acquisito i quarant’anni di lavoro, questi esuberi possono andare in pensione”.

La notizia tanto sperata da otto insegnati delle province di Treviso, Rovigo e Padova diventa realtà, almeno fino al 20 ottobre, giorno in cui arriva direttamente con una lettera ministeriale l’amara rettifica: “Scusate, ci siamo sbagliati, l’esubero non è proficuamente utilizzabile. Si comunica che la cessazione di servizio è da considerarsi annullata”.

“Siamo stati trattati come sacchi di patate – ha spiegato il trevigiano R.R., uno dei professori beffati – è ingiusto quello che ci è capitato dopo così tanti anni di servizio. Inammissibile venire trattati con tanta superficialità su aspetti della vita così importanti”.

“Una comunicazione che mi ha cambiato la vita – si sfoga ancora l’insegnante trevigiano – qui si è giocato con la vita delle persone”. Il professore ha deciso di rivolgersi agli avvocati per valutare se ci sono gli estremi per annullare la chiamata o eventualmente per richiedere un risarcimento danni.

Nelle prossime ore, intanto, l’insegnante invierà una lettera al Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza per informarla di quanto accaduto: “Mi sembra doveroso far sapere cosa succede in questo Paese senza contare che la beffa potrebbe rivelarsi molto lunga. Se la class action contro la legge Fornero non porterà i risultati sperati, dovrò restare in servizio fino al 2017”. Altri tre anni, se tutto va bene: “Possono sempre intervenire nuove normative – chiude il prof beffato – un mio collega che ha rifiutato il pensionamento per insegnare un ulteriore anno, per sopravvenute leggi si è visto rinviare la cessazione di servizio di altri cinque anni. Vista l’instabilità dei nostri governi, non posso quindi sapere quanto questo “errore”mi costerà in termini di anni di lavoro, se cioè nell’agosto 2017 potrò andare in pensione o se un nuovo cavillo di una nuova normativa confezionata da un nuovo ministro stravolgerà ancora la mia vita”.

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